Andrea Diprè: differenze tra le versioni

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Usualmente pratica i suoi dialoghi di stampo e contenuto platonico stravaccato su un sofà scassato, fatto come una pigna, abbracciato al reietto di turno. Non mancano altisonanti elogi ( sempre opportuni, chiaramente ) a vantaggio del loro ricco curricolo artistico. Lavora in cambio di pompini senza dentiera e noccioline tostate.
 
 
== Biografia ==
 
Nasce nel 1916 da una costola di Vittorio Sgarbi fecondata dai fluidi flemmatici di Vanna Marchi, che lo accudisce con cura materna a suon di "CAPITTOOO?!", offerte imperdibili e forchette nella pancia sino all'età di 36 anni, quando, determinato a fare qualcosa ( possibilmente di brutto ) della sua vita, scappa di casa e si lancia senza inibizioni nel mondo delle televendite. Il suo campo, agli esordi, è quello dei quadri scartati dai pittori bohemiènne del quartiere Latino di Paris ( non quella figa piena di zoccole e mangiaformaggio a tradimento, quella scarsa del Nevada ). Per adescare potenziali tordi su Telegold, acquisisce uno stile professionale, un registro lessicale barocco e ricercato fino al paradosso, una giacca color ardesia che si intona con il suo taglio di capelli ligio ed unto come una teglia di focaccia, e la tipica smorfia da fattone che lo accompagnerà per il resto della sua carriera. Il suo motto è "Vendi l'invendibile: basta spacciarlo per manierismo ed infronzolarlo di stronzate." Gli italiani chiamano e comprano, la sua ascesa verso il dominio delle merdose reti periferiche del paese sembra inarrestabile
 
 
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