Ágota Kristóf: differenze tra le versioni

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{{Cit2citazione|Due anni di galera in UrssURSS erano probabilmente meglio di cinque anni di fabbrica in Svizzera.|Ágota Kristóf}}
 
'''Ágota Kristóf''' è stata la risposta ungherese ad [[Agatha Christie]], la quale giura e rigiura di non averle chiesto niente.<br />[[Scrittore|Scrittrice]], [[poeta|poetessa]] e testimonial [[Prozac]] in una serie di celebri [[pubblicità]] degli [[anni '80]], è stata insignita del prestigioso Prix Schiller alla [[letteratura]] e del titolo di culona inchiavabile ben prima di [[Angela Merkel]].<br />Ágota Kristóf ha legato indissolubilmente il proprio nome alla [[trilogiaTrilogia della città di K.]] e a quel video su [[YouTube]] in cui limona con [[Milan Kundera]].
 
== Vita ==
[[File:Agota Kristof.jpg|thumb|300px|Ágota Kristóf, eletta ''Donna meno donna'' da [[Vanity Fair]].]]
La sua vita si rivela fin dall'inizio un alternarsi di disgrazie e di botte di [[sfiga]]. Nasce a Csikvánd di Sopra, un villaggio dell'[[Ungheria]] privo di stazione, di elettricità, di telefono e soprattutto di [[ostetricia|ostetriche]]: è Ágota stessa a eseguire il [[cesareo|parto cesareo]] che la porterà alla luce.<br />I genitori, gestori di un avviato allevamento di [[sasso|sassi]], vorrebbero che la figlia portasse avanti la loro attività e vedono di cattivo occhio il suo fastidioso vezzo di voler imparare a leggere. Proprio per volere dei genitori, convola a nozze con il ragazzo più ricco del villaggio, un imbalsamatore di [[pantegana|pantegane]] di 66 anni. Il [[matrimonio]], dal quale nascono tre adorabili [[Weimaraner]] a pelo corto, non è però felice e Ágota decide di tornare [[single]] inscenando la propria morte sotto una [[valanga]].
 
Emigrata in [[Svizzera]] per scampare alla persecuzione del [[fisco]], lavora in un [[ristorante]] e si dedica con convinzione alla scrittura. La sua prima opera, ancora grezza nello stile, è ''3 bionde medie 1 Coca grande 2 hamburger 1 toast con salsa rosa''.<br />Pubblica poi a proprie spese una raccolta di raccontiromanzi aventi per protagonista un ungherese sordomuto ripetutamente ingiuriato dalla vita e dai suoi [[vicino di casa|vicini di casa]]. IL'indifferenza racconti,con cui sono accolti può essere spiegata solo con il fatto che i romanzi sono scritti in [[Francese (lingua)|francese]]. nonostanteE la Kristòf non parlasseconosce il francese, passano inosservati.<br />Nel frattempo una nuova tegola si abbatte sull'autrice: sorpresa a scaracchiare nella pentola del [[ragù]], viene licenziata dal ristorante e trova lavoro come marcatempo umano in una fabbrica che produce marcatempo elettronici. Ágota è costretta a ingoiare i cartellini dei colleghi e a emettere un convincente "''Bip!''" quattro volte al giorno. L'incarico, per quanto gratificante, finisce per logorarla: nel [[1966]] viene ricoverata al [[pronto soccorso]] con quindici chili di carta incastrati nella [[trachea]]. Come se non bastasse la sua vicina di letto, una vecchia malata di [[Alzheimer]], scambia a più riprese l'armadio di Ágota per il [[bagno]]. Questa dolorosa esperienza sarà di ispirazione per il ciclo di poesie intitolato ''Vecchia del cazzo''.
 
''Vecchia del cazzo'' è un clamoroso successo editoriale e le spalanca le porte dello show business. Ágota si dà alla vita dissoluta, collezionando sveltine nel sottoscala con intellettuali del calibro di [[Boris Pasternak]], [[Umberto Eco]], [[Martufello]] e il cugino scemo di Martufello. Ormai è così famosa che inizia a essere fermata per strada, per lo più da [[tossicodipendente|tossicodipendenti]] alla ricerca di spiccioli.<br />Nel [[1999]] i figli, dopo anni di indifferenza, la accusano a mezzo stampa non solo di averli abbandonati ma anche di averli fatti castrare. È l'inizio di un velenoso [[processo]] che vedrà la scrittrice sconfitta e privata di ogni avere, tra cui il [[tanga]] leopardato di Umberto Eco.
 
Ágota Kristóf passa i suoi ultimi anni in solitudine, accudita soltanto dal fedele Genesio, un [[brufolo]] che le era spuntato sulla fronte. Muore nela Neuchâtel ([[2011Savona]]) per un'overdose di [[Zigulì]].
 
== Trilogia della città di K. ==
 
Cupo, disperato, alienante: sono solo alcuni degli aggettivi usati dai critici per descrivere il taglio di capelli di Ágota Kristóf. Ma passiamo ad analizzare la sua Trilogia.
 
=== Il grande quaderno ===
Trama: in un imprecisato paese est europeo due [[gemelli]], Lucas e Claus, vengono abbandonati dalla madre, che vuole difenderli dagli orrori della guerra. E poi è pure tempo di [[saldi]]. Costretti a sopravvivere tra bombardamenti, rastrellamenti e l'angosciante spettacolo di una [[nonna]] novantenne che si ostina a girare in [[perizoma]], i gemelli non perdono la loro spensieratezza e, infilandosi vicendevolmente il pene nell'ano, crescono sani e forti. Nel frattempo la nonna muore e per venticinque anni i due dimenticano di comunicarlo in municipio. Braccati da [[Equitalia]], ai gemelli non resta che darsi alla macchia, ma proprio mentre stanno ultimando i preparativi la sfortuna ci mette lo zampino e Claus viene risucchiato da un [[buco nero]] che si è aperto in soggiorno.[[File:Gemelle Olsen stupefatte.png|thumb|280px|[[Hollywood]] non si è lasciata sfuggire l'occasione e dalla Trilogia ha tratto un film con le [[gemelle Olsen]].]]
=== La prova ===
 
Nel secondo libro la trama si complica ulteriormente: Claus viene schiavizzato da un gruppo di [[acari]] super-intelligenti, mentre Lucas deve fronteggiare un [[cavolfiore]] gigante, generato da uno sciagurato [[esperimento nucleare]] [[URSS|sovietico]], che minaccia di radergli al suolo la casa.
 
=== La terza menzogna ===
 
Dopo mille peripezie, i due fratelli sembrano essersi finalmente ritrovati, ma ecco che dal nulla spunta un terzo misterioso gemello, Giampiero, che rivela loro la verità: finora hanno vissuto in una realtà fittizia chiamata [[Matrix]]. Lucas e Claus, sconvolti, prorompono in un:
 
{{quote|Aho ma che stai a di'?|}}
 
E accoltellano Giampiero con un bastoncino [[Findus]].<br />La Trilogia si conclude con Claus che scrive nel proprio diario:
 
{{quote|Oddio, che mal di testa. Cosa mi sono bevuto ieri sera? E perché mi sono messo parrucca e rossetto?|}}
 
== Il giallo all'ungherese ==
 
Ágota Kristóf è universalmente considerata dall'intera comunità di [[Yahoo! Answers]] la madre del giallo all'ungherese, un particolare tipo di [[poliziesco]] in cui tutti i crimini restano insoluti perchèperché il detective preposto alle indagini, sopraffatto da un attacco di solitudine esistenziale, si toglie la vita. In genere già a pagina 12.
 
== Curiosità ==
{{Curiosità}}
*Amava vandalizzare la sua pagina su [[Wikipedia]].
*Nel [[1987]] ha patteggiato sei mesi per l'aggressione a una squadra di [[boy scout]].
*La sua casa in Svizzera è stata trasformata in un museo. Quando ancora lei ci abitava dentro.
*Era malvista dai colleghi scrittori per la sua abitudine di mangiare gli [[spaghetti]] aspirandoli col [[naso]].
 
== Altre opere ==
{{Scrittori}}
 
{{DEFAULTSORT:Kristof}}
[[Categoria:Scrittori]]
[[Categoria:Ungheria]]
[[Categoria:Svizzeri]]
[[Categoria:Depressi]]