Utente:MAT/SS1

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Foca

Una tipica foca da ricerca, detta anche focalizzatrice.
« Papà, papà, questa foca mi sta sporcando tutta! »
(Giovane bastonatrice alle prime "armi".)
« Oh, com'è bella l'uva focarina e com'è bello saperla vendemmiar »
(Nanni Svampa decanta il cibo preferito dalle foche.)


Le foche sono animali dalla stazza poderosa e dalla tipica forma di foca. Ormai si sono quasi estinte e quei pochissimi esemplari che rimangono sopravvivono grazie ad aiuti di Stato e alla gestione di bed & breakfast.







Origini

Non esitare: al tuo posto lei ti bastonerebbe senza alcuno scrupolo!

C'era una volta un pianeta lontano in cui le foche non erano estinte anzi, un tempo la Terra era piena di foche, milioni e milioni di foche che correvano avanti e indietro, dal mar di Sardegna al Tirreno, dalle Alpi alle piramidi, dal pescivendolo al pizzicagnolo e così via, senza fermarsi mai. Facevano pipì di corsa, si riproducevano di corsa, starnutivano di corsa e correvano di corsa. Molti studiosi si sono scervellati per decenni cercando di decifrare questo comportamento tanto misterioso, hanno passato anni e anni ad inseguire sciami di foche dalla Sardegna al Tirreno dalle Alpi alle piramidi, dal pescivendolo al pizzicagnolo e così via, senza fermarsi mai; eppure sembra non siano ancora riusciti a dare una risposta certa che spieghi questo particolarissimo trend comportamentale. Tuttavia tutte le ipotesi sembrano puntare verso un unica spiegazione: che cerchino di fuggire da un altro stormo di foche.

La caccia alla foca (la focaccia)

   La stessa cosa ma di più: Caccia alla foca.


Utilizzi della foca

Questi animali hanno costituito per secoli la principale fonte di nutrimento dei nativi sardi (o “Sardegnoli di Sardegna”, come venivano erroneamente chiamati), che li cacciavano con la tecnica dello sgambetto. Quando una foca ruzzolava per terra, moriva sul colpo e prima di tirare le cuoia si distendeva in una padella cosparsa d’olio con due foglioline d'alloro dietro le orecchie. Questo garantiva una scorta di cibo inesauribile, anche se il menù era abbastanza monotono.

- Lui: “Dunque, io prendo foca trifolata, straccetti di foca e un po’ di frappè di foca.”
- Cameriere: “E per lei, signora?”
- Lei: “Ce l’avete la foca monaca?”
- Cameriere: “Sì.”

Per chi non mangiava foca la vita non era semplice. Costoro erano bollati con l’infamante epiteto di “sfocato”, che significa “colui che non mangia la foca” ed erano puniti con il divieto assoluto di mangiare foca, almeno finché non cambiavano idea. L’importanza delle foche monache non era limitata all’alimentazione. Erano indispensabili anche per l’abbigliamento, la lavorazione di utensili e ornamenti ed erano usate perfino come moneta. Naturalmente questo comportava l’uso di portafogli molto grandi, ma rendeva le transazioni commerciali decisamente semplici. Ad esempio un foca costava una foca, due foche due foche e così via. L’unica eccezione erano venti foche: venti foche costavano trentacinque foche.

Con l’arrivo dei "continentali" le foche monache furono sterminate e nel giro di poche settimane il loro numero passò da circa venti milioni a cinquanta. Esse continuarono a correre da una parte all'altra, ma meno convinte.