The Elder Scroll IV: Oblivion: differenze tra le versioni

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== La Quest Principale ==
Inizialmente vi troverete incarcerati in un'angusta cella nella quale non rinvenirete altro che una ciotola e qualche oggetto per [[Masturbazione|masturbarsi]]. Qui dovrete scegliere razza e sesso del vostro personaggio, per poi essere infastiditi e sfottuti da un elfo rompiballe, prigioniero nella cella di fronte: indipendentemente dalla razza che sceglierete, il nostro [[testa di cazzo|ingegnoso amico]] troverà sempre e comunque di che insultarvi, augurandovi le peggio [[Sfiga|sfighe]]. Di lì a breve v'imbatterete nell'[[imperatore]] Uriel Settimo-Nono, il quale, con la sua [[Papaboy|scorta]], sta fuggendo in segreto dalla [[Paesino di Don Matteo|Città Imperiale]], braccato dagli agenti della [[Centro Culturale San Giorgio|Mitica Alba]], una malvagia ed oscura setta che profetizza l'avvento di un malvagio dio della distruzione, [[Nonna Papera|Mehrunes Dagon]], per epurare il mondo dai [[gente come te|miscredenti]]. Tuttavia questi simpatici figuri non avevano fatto i conti con la [[caso|superna ed incontrastabile volontà delle Nove Divinità]], che guarda un po' ha fatto sì che l'ingresso nascosto per questo passaggio segreto si trovasse proprio nella cella del nostro cazzuto eroe, incarcerato per [[pedofilia]] nonostante nel gioco non vi sia traccia di [[bambino|bambini]]. E' qui che inizia la storia. Dopo [[Ma anche no|aver soppesato l'idea di restarvene in carcere]], come vi intima una delle guardie del corpo, vi deciderete a seguire l'allegro convoglio gettandovi all'interno di fogne puzzolenti piene di ratti, goblin, e [[Tartarughe Ninja]], per veder assassinare l'[[imperatore]] sotto i vostri occhi. Prima di morire, però, egli vi affiderà il suo amuleto magico: altro non è che la Pietra Filosofale appena rubata a [[Harry Potter]], un antico artefatto indispensabile per salvare il mondo dall'invasione dei Daedra e di altre infernali creature, probabilmente [[fantasia|farina del sacco]] di [[Roberto Giacobbo]]. Senza un imperatore, si apriranno per tutto il dannato paese dei cancelli magici di vaga forma anale, che collegheranno il vostro mondo al [[Russia|demonico regno di Oblivion]]! <br/>
Per fermare l'invasione, dovrete consegnare l'amuleto ad un monaco semi-pelato ex-guardia del corpo dell'[[imperatore]], un certo Gioffry,. che aA quanto pare egli è l'unico, oltre al cadavere del buon Uriel Settimo-Nono, ad essere al corrente di un figlio illegittimo (frutto di un'imperiale [[sveltina]]) da porre sul trono (NB: i figli legittimi erano rimasti uccisi in seguito ad un temerario tentativo di ascoltare un cd di [[Laura Pausini]]). Questo erede sconosciuto è ultima speranza, in soldoni, per impedire alle bestiacce che escono dai cancelli di Oblivion di bruciacchiare il culo {{s|a quei quattro gatti}} ai cittadini di Cyrodiil. Sguazzando un'altro po' tra melma e scarichi, vi guadagnerete la strada fino all'uscita. Una volta all'aria aperta avrete davanti a voi due scelte:<br/>
*''Fregarvene completamente della missione affidatavi dal vecchio'': in questo caso l'invasione da Oblivion verrà ritardata finché voi non deciderete di riprendere la quest: mentre voi sarete in giro ad uccidere gente e a rubare cianfrusaglie le sorti di Cyrodiil rimarranno invariate (i daedra soffriranno le peggiore piaghe e sciagure che causeranno questo altrimenti inspiegabile ritardo, dall'inciampare ovunque, all'ingoiare per sbaglio i sigilli per i portali). <br/>
*''Proseguire la missione e portare l'amuleto a Gioffur'': in questo caso vi dovrete dirigere al priorato dove vive in ritiro questo Giuffry: lo troverete mentre si dedica alla coltivazione dei cactus e alla nobile arte del [[Martellarsi le palle]]. A costui, probabilmente tramite linguaggio telepatico dato che il vostro personaggio non parla, narrerete la morte dell'imperatore e le sue ultime deliranze; non appena ricevuta la notizia, Gioffer prenderà in custodia l'amuleto incaricandovi di andare a cercare il figlio bastardo dell' ex-imperatore e di riportarglielo là al priorato, così da appiccargli al collo l'amuleto, incoronarlo e fermare la minaccia dei cancelli di Oblivion. Questo erede, di nome Martin, è un prete che predica nella ridente cittadina di Kvatch. Tuttavia le cose si complicano: mentre voi starete prelevando {{s|dalle rovine fumanti}} dall'allegra Kvatch l'erede al trono, degli agenti della [[Centro Culturale San Giorgio|Mitica Alba]] soffieranno da sotto il naso {{s|di quel pollo di}} di uno scaltro ed ineccepibile Gioffahr l'amuleto. Siete punto e a capo. Per recuperare il maledetto amuleto dovrete sorbirvi un'epica epopea di quest degna, per prolissità, al [[La corazzata Potëmkin|capolavoro di Sergej Michajlovič Ejzenštejn]]. Sarà solo dopo aver ammazzato [[millemila]] tra diavoletti, stegosauri, ragni con grandi bocce, ambigui figuri con voci delicate quanto una medley di [[Burzum]] e [[Mostro degli Spaghetti Volante|quant'altro]] immersi in un'atmosfera idilliaca composta da piante che ti accoppano da dietro e fiumi di lava, e aver messo a soqquadro il Paradiso <s>Fiscale</s> dove risiede il capo della [[Centro Culturale San Giorgio|Mitica Alba]], che riuscirete a recuperare l'amuleto. Ora c'è l'amuleto e Martin! Martin e l'amuleto! Bene! Non vi resta che dirigervi alla [[Paesino di Don Matteo|Città Imperiale]] per l'incoronazione, in seguito alla quale Martin si sacrificherà molto spettacolarmente per la salvezza di Cyrodiil, combattendo un'epica battaglia finale contro un incazzatissimo [[Nonna Papera|Mehrunes Dagon]]. Voi sarete naturalmente lì per prendervi tutta la gloria (e i [[soldi]]). Ora siete un eroe, ma non disperate: le vostre avventure non sono finite qui! Oblivion è un mondo pieno di sorprese nel quale potrete ancora fare meravigliose esperienze.
Utente anonimo