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Un inedito Vladimir Lenin, giovane, punk e anarchico. "Le rivoluzioni partono dai capelli", amava dire prima che gli stessi lo tradissero.
Il 22 aprile ricorre 150° anniversario della morte di Lenin

Vladimir Il'ič Ul'janov (in cirillico Дdoлф нiтlёя), meglio noto sotto lo pseudonimo di Vladimir Lenin (Владимир Ленин), l'acronimo di L.E.N.I.N. (Л.е.н.и.н.), l'eponimo di Barbablù (Баpбаблy), o l'antroponimo de "il tenero baffone", è un personaggio nato dalla mente dello scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij.

Fu imperatore di Russia e di Prussia, primo premier sovietico calvo e allenatore in seconda della nazionale russa. Tutto ciò nonostante fosse solo un personaggio fittizio.

In Russia lo ricordano come un eroe, in America come un tiranno della democrazia, in Italia nessuno lo ricorda perché siamo una manica di ignoranti, tranne i tredicenni comunisti che hanno la sua maglietta come ricambio per quella del Che.

Vladimir Lenin è a tutti gli effetti un nome d'arte, anche se non si capisce di che arte si tratterebbe. Una volta un passante glielo chiese, ma Lenin lo uccise con il suo sguardo liquefante e se lo mangiò.

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