Società Sportiva Calcio Napoli
Definizione
Improbabile gruppo di undici persone(??) che sembra voler dare ad intendere di essere una squadra di calcio. Spesso si fermano a guardare gli uccellini in mezzo al campo, lisciano i palloni come se fossero bombe alla nitro e trovano da soli carte di 500€ a terra, sul prato degli stadi.
Storia
dal 1926 al 1943
Come in nessuna parte del mondo, il calcio a Napoli arrivò dallo spazio. Agli inizi del secolo, un alieno di nome ZZSZURP, proveniente da Plutone, sbarcò alle pendici del vesuvio per insegnare al popolo partenopeo il tanto apprezzato gioco e l'importanza dell'erba a sette punte.
Il primo presidente della società fu Giorgio Ascarelli e non fu certo colpa sua se la prima stagione del Napoli fu un vero e proprio disastro. Effettivamente la squadra era composta da nove persone(??), più due in panchina. Erano due macellai che combinavano macelli ad ogni contrasto, un poliziotto in borghese da pensionato, un ragioniere di Casoria, un fattore con il maiale al seguito, due cavie da laboratorio e uno che si trovava a passare ed era sempre il primo che capitava. In panchina c'era l'allenatore, ex carcerato per avere assassinato la nonna a colpi di clava sulle gengive e il suo avvocato (non si sa mai), che non faceva altro che ripetere "meno male che non si può fare niente". Era il napoli di Attila Sallustro, che non si faceva pagare in soldi, ma in macchine. Dopo la prima stagione, seguendo l'istinto sadico di Ascarelli, il simbolo della società fu tramutato da cavallino rampante, in ciuccio. Nel 1928-29, una partita contro la Lazio, valevole per la permanenza in SERIE A, finisce in pareggio. Ascarelli riesce a fare il paraculo con quelli della federazione, gli regala un paio di rolex a testa e salva la squadra da un'ennesima figura di merda.
Da continuare...