Scusa

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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Per certe cose non ci sono scuse.
« Tefo antare, ho timenticato aperto il cas... »
(Una tipica scusa nazista)
« Posso spiegarti tutto. »
(Frase che preannuncia scuse)
« Mi hanno comprato casa a mia insaputa. »
(Scajola su scusa fatta male)
« Suca »
(Dislessico su scusa)


Con il termine "Scusa" si può indicare quella serie di motivazioni fantasiose che spiegano il senso di una determinata azione priva di senso commessa, oppure denota una richiesta di perdono di un uomo ad una donna o di una donna ad un'altra donna.
Se una donna le propina ad un uomo, entrambe[1] funzionano estremamente bene. Non vale il viceversa. Mai. Ci deve essere qualcosa sotto.

Importanza sociale

La scoperta della scusa è e l'amante, rimasta incinta, ha ottenuto gli alimenti che X dovette risarcire lavorando sotto le dipendenze di suo padre che, da genitore magnanimo qual è, l'ha radiato dal suo posto di lavoro. Ovviamente senza liquidazione.

Usi alternativi

Sembra incredibile, ma spesso "scusa" viene indicato per non dire scusa. Sarà una moda? Sarà un linguaggio in codice? Sarà colpa di una malattia degenerativa che ha portato i giovani d'oggi a non saper pronunciare altre parole? La risposta è solo una: boh.
I recenti studi morfologici hanno stabilito solamente in quali altri modi viene impiegata la parola scusa. Accompagnata al simbolo interrogativo ? sostituisce la frase "non ho capito" e tutte le eventuali espressioni derivate da questa (ad esempio non ho voluto capire o faccio finta di non capire). Nel settore del cucito, usata all'inizio di una qualunque frase, può essere adoperata per attaccare bottone. Infine, un uso improprio e nocivo di questo vocabolo è fatto continuamente dallo scrittore di fiabe Federico Moccia per motivi ancora sconosciuti.

Note

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  1. ^ A livello teorico consideriamo entrambe le definizioni.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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