Nonnotizie:Avvocatessa scoperta mentre fa sesso orale con il cliente

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24 settembre 2009


Ecco cosa intendeva fare la donna...
...ed ecco cosa intendeva fare il secondino

Milano, Carcere dell'Opera - "Ho sbagliato penna!", con questa scusa un'avvocatessa milanese ha spiegato il perché fosse stranamente rannicchiata sui genitali del suo paziente. Ieri, nel carcere teatrante di Milano un avvocato è stato colto con il colpo del reato in man... in bocc... in gol... insomma: è stato colto in flagrante dal secondino che aveva in custodia il suo "cliente" in atti promiscui.

La notizia ci giunge proprio dal secondino che, colto della sindrome della comare pettegola, sbirciò dallo spioncino per cercare di capire come mai il detenuto era sempre piacevolmente soddisfatto del suo avvocato, nonostante avesse perso tutti i ricorsi in appello. La guardia giurata, al suo primo mese di servizio, non aveva mai visto una scena del genere per due evidenti motivi:

Non sapendo cosa fare di fronte a quanto visto gli scappò un "Signorina, si sta sbagliando! Il detenuto sono io!". Ma la comparsa della guardia guardona bloccò la - giovane e avvenente - avvocatessa che, con la camicia in tutto simile a quella di Monica Lewinsky, cercò una scusa credibile.

« Ho il vizio di mordicchiare la punta della penna, ma mi era appena caduta. Così l'ho ripresa e messa in bocca, forse ho sbagliato penna! »
Sempre a pensare male degli avvocati!!!

Il secondino credulone, pensando fosse una barzelletta, si è appuntato l'accaduto su un foglietto. Peccato che il foglio usato fosse quello per fare rapporto e la giovane avvocatessa, nota ai suoi clienti come Bocca di Rosa per il suo modo originale di "confortare" i suoi assistiti che avessero perso la causa, ha subìto un processo dalla buoncostume. L'Ordine ha dovuto, a malincuore, revocare la sua qualifica in quanto ha "disonorato" la serietà professionale degli avvocati. E tutto questo a causa di una guardia spiona e distratta.

La donna giustamente ha chiesto ricorso, annunciando battaglie legali. Ma soprattutto certa che si possa raggiungere un accordo. Stranamente molti giudici si dicono pronti ad affrontarla, speranzosi di poterla, diciamo così, metterla a giudizio.

Fonte

Repubblica.it