Mulatto

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« ...Mulatti? Ah sì quelli color zio maggghrebba! »


« ...Mulatti? Ah sì quelli color MERDA quando bevi 3 litri di latte! »


« Certo che mi piacciono! Soprattutto quando li puccio nel latte! »


« Ne sposerei uno se non fossero tutti gay! »


« CRUNCH!! »


« Mi piacerebbe essere uno di loro! »


Storia

I mulatti nacquero quando quando tale Micheal Jordan decise di sodomizzare l'Omino Bianco per vedere se riuscia anche a candegginare i suoi spermatozoi color pece. Notato che sorpendentemente l'esperimento diede esito positivo, Micheal si ritenne soddisfatto e abbandonò il povero Omino in balia dei nuovi ibridi (i quali intanto iniziavano già a dare sintomi d'intolleranza verso il "madro", sentimento comunque ricambiato da Omino Bianco, gerarcha nazista), per recitare la parte dell'albero nello spettacolo di Paolo Bonolis "L'Albero dei Piselli" dove il pene di Jordan costituiva il tronco dell'arbusto che, da pianticella smorta, con le "amorevoli cure" di una dolce ed innocente contadina (Ilona Staller), diveniva una grandissima e altissima sequoia.


La mondanità

Dato il grande successo dello spettacolo, i piccoli color caffellate-nocciola-ebano (o a detta dei leghisti color MERDA TRAMONTO) decisero d'intraprendere la strada del padre, e, con l'assenso di Omino Bianco iniziarono la loro carriera. La scalata verso il successo però si rivelò davvero disastrosa: i registi neri non li volevano perché ritenuti "bianchi", quelli bianchi neppure perché ritenuti "neri", quelli orientali nemmeno perché "non MADE IN CHINA".

Interrotti così i loro sogni, i piccoli mezzosangue decisero di darsi alla musica, dove invece, ebbero un fortissimo successo: il piccolo Salvatore Pasquozzi, ad esempio, divenne il capellone ed enigmatico chitarrista Slash, Bortolo Marlio, in arte Bob Marley, animò il Reggae, mentre Tarcisio Parmeli in arte Francesco Caruso, imparò a suonare il flauto traverso col culo, (finché non passò all'oboe, a sua detta per "...puro piacere della musica").

Non tutti però ebbero la fortuna di riuscire nella musica, infatti, ad esempio, tale Barack Obama, vero nome Baracca Urbino, si trovò per sua sfortuna invischiato nella dura lotta per il trono di presidente degli Stati Uniti d'America, titolo che non volle ma che dovette mantenere per ben 231 petosecondi.