Marchese de Sade: differenze tra le versioni

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=== Libetrà vigilata ===
=== Libetrà vigilata ===
La brillante carriera letteraria che gli si profila davanti, non lo salva, però, dalla giustizia: viene infatti arrestato per aver sporcato di sangue il giardino di Versailles'durante un'autofustigazione.
La brillante carriera letteraria che gli si profila davanti, non lo salva, però, dalla giustizia: viene infatti arrestato per aver sporcato di sangue il giardino di Versailles, durante un'autofustigazione di gruppo della sua servitù. Non appena viene a conoscenza del mandato di arresto, fugge in Italia con il suo maggiordomo-amante, e diviene il mezzano favorito dalla piccola nobiltà italiana. Proprio lo stesso giorno in cui a Parigi viene eseguita la sua decapitazione in effige, viene trovato dal Granduca di Toscana a compiere atti osceni ai danni della [[Venere]] dei Medici, ed è da questi inseguito con l'esercito sino alla frontiera francese.
Non sapendo più che pesci pigliare, il [[Marchese]] si finge novizia in un convento di Carmelitane... ma la maschera regge poco sul discepolo di Priapo, che è infatti arrestato pochi giorni dopo e rinchiuso alla [[Bastiglia]].

=== Lucky star ===
Durante la sua reclusione forzata, il Divinmarchese scrive sulle lenzuola della prigione il famoso romanzo "Le 120 giornate di Sodoma", che gli è sottratto dal secondino: il manoscritto verrà ritrovato a fine del secolo decimonono, attaccato alle pareti delle fogne di [[Parigi]].
Nello stesso periodo, riprende la corrispondenza con la sua veccia fiamma [[Robespierre]] che lo informa e lo coinvolge nel colossal [[Rivoluzione francese]]: il giorno dell'inizio delle riprese della scena "la presa della Bastiglia", Sade riesce ad evadere attraverso la rete fogniaria, con l'ausilio di un vigoroso colpodi sciacquone assestato dalla guardia connivente.


== Note ==
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« Io l'ho denunciato, però in realtà devo ringraziarlo; quella con lui è stata, invero, l'unica volta in cui ho davvero goduto »
(Rose Keller confessa la verità a Barbara d'Urso durante una puntata di Domenica cinque)
« Vuoi un dolcino? Sono alla cantaridi...emh...volevo dire al cioccolato! »
(Il Marchese de Sade mentre seduce colpendo alla gola)
« È stato indubbiamente un marito fedele »
(Nessuno sul Marchese de Sade)
« Sono un libertino. Sono un libertino ma non un coprofago, non un necrofilo, non un pedofilo...almeno non ancora! »
(La filosofia di vita del buon marchese)
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Donatien Alphonse François de Sade

Il marchese Donatien Albert-Juditte Marc le Blanc Genoveffe de Gagliarden Magnific Orc le Mond Alphonse-François de Sade maggiormente conosciuto come il Marchese de Sade o anche come Divin marchese, fu uno scrittore, pensatore, sessuologo e pedagogo del XVIII secolo, oltre che l'amore eterno di Robespierre.

Biografia

I primi passi

Nasce in Francia in una famiglia discendente per linea diretta dalla famosa Laura di Petrarca, e i suoi educatori lo avviano fin da piccolo allo studio della cultura classica, facendogli approfondire e mettere in pratica nei suoi gochi i saggi precetti del filosofo Bacco. Quando però, i suoi genitori si accorgono di essere sommersi dai debiti di gioco, ne vendono la verginità anale alla tenera età di dieci anni, viene eletto dal Re di francia 'Grazioso prostituto ufficiale del Regno', carica che conserverà sino alla morte. Intorno ai 12 anni si manifesta il suo precoce interesse per la sessuologia: viene infatti beccato da sua madre mentre tenta di sottoporre la sua balia, preventivamente drogata, all'infibulazione. Il piccolo Marchese diventa, inoltre, un uragazzo intellettualmente impegnato: studia teatro, eccellendo nell'interpretazione delle parti femminili, e padroneggia a breve la filosofia e la letteratura, tanto che, a soli 16 anni, scrive la sua prima opera: "Il trattato sui piaceri Diuini (sic!) et umani", in cui si manifesta un pensiero di chiara origine libertina. Nello stesso periodo, studia clavicembalo per diventare dj ai rave-sabbah, che si tenevano annualmente sulle Ardenne. A Versailles, intanto, conosce il "ballerino di corte" Robespierre, che lo coinvolgerà attivamente nell'esecuzione del film "Rivoluzione Francese", di cui sarà la prima donna.

Giovinezza, primavera di bellezza!

Ogni nobile di rango che si rispetti si distingue dalla comune feccia mostrando il suo valore in battaglia[1] e il nostro giovane marchese non fa eccezione. Nel 1758 partecipa alla Guerra dei sette anni , girellando tutto impennacchiato per il campo di battaglia, per rimorchiare e ritirarsi in tenda con i graziosi autoctoni, mentre fuori imperversa lo scontro. Scoperto dai suoi nobili colleghi mentre intratteneva rapporti intimi con gli alti gradi dell'esercito nemico, viene tacciato di libertinaggio e diserzione. Dichiarerà:

« Io sono un pacifista, non sopporterei mai di vedere tanta giovane carne mandata al macello. Fate l'amore, non la guerra »
(Il marchese de Sade, baciando il comandante del battaglione nemico.)

Condanato alla forca, fugge nelle Indie Orientali per 5 anni, giusto il tempo che serve per lo svolgimento del processo e dell'impiccagione in effige. Tornato in Francia, sposa per questioni economiche la per nulla affascinante signorina Monteruil, e tenta ripetutamente d'insidiarne la madre prima, e la sorella poi, senza che la moglie capisca qualcosa. Per arrotondare e arrivare tranquillamente alla fine del mese campando di rendita, apre un club di scambsti con casa chiusa annessa, nella quale, per evitare di retribuire prostitute, si servirà della moglie e della suocera. Nello stesso periodo, ripresi i contatti col suo amato Robespierre, apre la sua rubrica di sessuologia sul giornale protorivoluzionario "De Monarchia", pubblicando il nucleo della sua preziosa opera letteraria: pochi anni dopo, infatti, raccoglie gli scritti sparsi per le pagine del quotidiano, e pubblica "La filosofia nel Budoir", libro che tratta della pedagogia femminile, e che diviene, presso le dame dell'epoca, il tipico libro da leggere con una mano sola.

Libetrà vigilata

La brillante carriera letteraria che gli si profila davanti, non lo salva, però, dalla giustizia: viene infatti arrestato per aver sporcato di sangue il giardino di Versailles, durante un'autofustigazione di gruppo della sua servitù. Non appena viene a conoscenza del mandato di arresto, fugge in Italia con il suo maggiordomo-amante, e diviene il mezzano favorito dalla piccola nobiltà italiana. Proprio lo stesso giorno in cui a Parigi viene eseguita la sua decapitazione in effige, viene trovato dal Granduca di Toscana a compiere atti osceni ai danni della Venere dei Medici, ed è da questi inseguito con l'esercito sino alla frontiera francese. Non sapendo più che pesci pigliare, il Marchese si finge novizia in un convento di Carmelitane... ma la maschera regge poco sul discepolo di Priapo, che è infatti arrestato pochi giorni dopo e rinchiuso alla Bastiglia.

Lucky star

Durante la sua reclusione forzata, il Divinmarchese scrive sulle lenzuola della prigione il famoso romanzo "Le 120 giornate di Sodoma", che gli è sottratto dal secondino: il manoscritto verrà ritrovato a fine del secolo decimonono, attaccato alle pareti delle fogne di Parigi. Nello stesso periodo, riprende la corrispondenza con la sua veccia fiamma Robespierre che lo informa e lo coinvolge nel colossal Rivoluzione francese: il giorno dell'inizio delle riprese della scena "la presa della Bastiglia", Sade riesce ad evadere attraverso la rete fogniaria, con l'ausilio di un vigoroso colpodi sciacquone assestato dalla guardia connivente.

Note

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  1. ^ Facile distinguersi quando si ha un cavallo bianco, una sciabola forgiata a Toledo e un uniforme con ricami in vero oro.