Lupin III - Green vs Red: differenze tra le versioni

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Il film è un insieme di scene d'azione comprensibili a malapena da chi le ha ideate in cui viene mostrato quanto è figo '''Lupin''' in confronto all'altro ''Lupin''; il tutto senza una minima logica consequenziale. Da quel poco che trapela dall'intreccio fitto fitto di flashback e scene messe lì giusto per riempire minuti cogliamo che un tale Yasuo dal niente lascia la donna che vuole sposare si impomata i capelli e si unisce alla cricca dei doppioni diventando il più bravo e tentando di rubare un diamante al posto suo che in realtà è l'arma segreta di un Giappone sempre più guerrafondaio che è in combutta con un'organizzazione di mercenari segreta tanto che la conosce anche l'ultimo dei cretini e alla fine fa una sfida con l'originale per determinare il vero ''Lupin''<ref>Tuttod'unfiato</ref>. Oh sì. Capiamo anche che al regista piace Miyazaki, pur non essendo degno nemmeno di lucidargli le suole.
 
Quello che non cogliamo è, invece, il perché a Jigen e Goemon tutto a un tratto non importa quale dei due ''Lupin'' vinca, se il loro inseparabile amico o lo sconosciuto. Perché Zenigata alla suesua vista non scatta come al solito ma si limita a fare l'uomo vissuto de noantri. O perché un fottuto sosia di ''Lupin'' identico a [[Excel Saga|Nabeshin]] a un tratto si mette a pilotare un maledetto robottone uscito dal niente, fa un po' di casino, e torna come se nulla fosse successo (!!!). Perché Fujiko propone al sosia il colpo anziché fottere l'originale come di consueto. Perché, insomma, i genitori dei produttori non siano andati al cinema a vedere [[Lupin III: Il Castello di Cagliostro]] quella notte.
[[File:Lupin in giacca rossa.jpg|left|thumb|220px|Rosso...]][[File:Lupin in giacca verde.jpg|right|thumb|200px|...o Verde?<ref>Super Mario o Super Luigi?</ref>]]
Alla fine del film i due si sfidano sul tetto di un grattacielo con le rispettive 500. Non si capisce niente, ma per qualche istante i disegni tornano quelli di due decenni fa e il film sembra quasi bello, per poi tornare ad essere disegnato in quello tristissimo, banale stile comune a tutte le produzioni nipponiche degli ultimi anni.
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