Lele Mora

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Lele Mora soppesa le potenzialità di un'artista.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Lele Mora
« Io vendo artisti, non puttane. »
(Lele Mora su patetiche scuse)
« Quando penso a Lele Mora, a come agiva rispetto alla società, alle cose, mi sento pervadere da un sentimento di... Ah, non è ancora morto? Perché io sì e lui no?! »
(Pier Paolo Pasolini su Lele Mora)

Lele Mora, detto anche Lele Mona o LeleMosina, è un pappone-omosessuale di vallette e gigolò.

Biografia

Inizialmente parruchiere, nel 1978 inizia a fare l'assistente per Loredana Berté. Nel 2000 apre a Milano la LM Managements, dove LM starebbe non già per “Lele Mora”, bensì per “Ladri e Mignotte”, un’associazione di beneficenza per soccorrere gli indigenti e le giovani donne imprenditrici (di se stesse). Ben presto estende l'iniziale attività anche al mondo dello spettacolo e musicale ed unisce l’attività di agente con l'organizzazione di "eventi" aziendali, divenendo lui stesso showman e uomo immagine[citazione necessaria]. Cura l’immagine di molti fenomeni da baraccone, proponendoli nell’ambito televisivo e nelle sponsorizzazioni come testimonial. Tra i personaggi che sono o sono stati in passato sotto contratto con la sua agenzia citiamo:

Nella stagione 2008 avvia il progetto "Lele Mora House" prestando il nome ad un famoso locale di Desenzano del Garda. Il locale riscuote un grande successo e ospita "star internazionali" del calibro di Paris Hilton, portando prestigio[citazione necessaria] sul lago di Garda e suscitando notevoli gelosie e interesse da parte della malavita della zona: malavita che, per confermargli la sua calorosa[3] ammirazione, decide ben presto di fare un allegro falò del locale.

Mora non ha mai nascosto le sue forti simpatie di comunista, essendo stato immortalato nell'atto di sfoggiare con il proprio videofonino alcune immagini ritraenti Stalin, Pol Pot, stelle rosse e stemmi con falce e martello, oltre che una suoneria sulle note di Bandiera Rossa.

Si dice che sia stato sentimentalmente legato al fotografo ricattatore grande professionista e figlio d’arte Fabrizio Corona.

Lele Mora sulla sua limousine.

Persecuzioni giudiziarie

Anche Lele Mora è stato ingiustamente perseguitato dalla magistratura[4] che si è inventata curiose e fantasiose illazioni sul suo conto al solo scopo di occupare il tempo nelle uggiose giornate di ozio che contraddistinguono l'operato di questi pazzi scansafatiche.

Evasione fiscale

Perdincibacco, lo fanno tutti! Ma poi, avete visto quanto sono alte le tasse? E voi volete che uno come Lele rinunci ai suoi comfort?

Spaccio

Lele Mora voleva aprire uno spaccio di vestiti da truzzo da usare in programmi televisivi di cultura, per gente di un certo livello, come tronisti, Pubblico di Forum, concorrenti del Grande Fratello. Gli stilisti invidiosi[5] lo denunciarono all'Autorità per concorrenza sleale e conflitto di interessi.

Vallettopoli

Il sogno di fondare una città abitata solo da vallette si infrange contro una magistratura corrotta piena di racchie invidiose che deturpano il grande progetto di Lele di creare una città talmente favolosa che si pensa avrebbe addirittura avuto il privilegio e la capacità di sopravvivere a numerosi attacchi di zombie[6].

Favoreggiamento alla prostituzione

Di tutte le frottole inventate nei confronti di Lele questa è la più veritiera. È dall'inizio dell'articolo, infatti, che abbiamo messo in chiaro che il principale lavoro di Lele è quello del pap... ehm, parrucchiere: con le sue sexy acconciature ha abbellito le dame più belle del reame.

Bancarotta fraudolenta

Come tutti i reati col nome difficile, anche questo è stato depenalizzato, pappapero. Ciò vuol dire che Lele è innocente. IN-NO-CEN-TE, capito?

Opere ispirate alla figura di Lele Mora


Amici

Voci di corridoio

Note

  1. ^ Di cui negli anni '70 curava anche l’elegante pettinatura.
  2. ^ Purtroppo questa è vera.
  3. ^ È proprio il caso di dirlo.
  4. ^ Come il Presidente più amato dagli italiani.
  5. ^ Culattoni raccomandati!!!
  6. ^ Chissà perché...