Grigorij Rasputin

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« Dio ha visto le tue lacrime e ascoltato le tue preghiere. Non temere, il bambino non morirà. Ora, se volessi essere così gentile da firmare quell'assegno... »
(Rasputin)

Grigorij Emofiliavič Rasputin, più noto come Il monaco folle, Il barbiere pazzo e Il Rocco Siffredi di San Pietroburgo, è stato un mistico russo.
Guaritore, rabdomante, scippatore, dominatore sadomaso: tutti titoli che avrebbe potuto sfoggiare nei biglietti di visita, se solo avesse imparato a battere a macchina. Eccelleva anche nell'arte dell'ipnosi: una volta convinse un obeso di essere incinto e lo fece partorire. Non fu un bello spettacolo.

Vita

L'influenza sui Romanov

Nato come umile contadino in quel di Siberia, fin dai suoi esordi come sottosegretario nel movimento indipendestista dei Veri Siberiani dimostrò una spiccata propensione all'inganno, al sotterfugio e al voltar bandiera a seconda della situazione. Al ritmo di un tradimento all'anno passò dai Veri Siberiani ai Siberiani Moderati, dai Siberiani Moderati ai Siberiani Incerti e infine si fece eleggere parlamentare tra le fila dei Veri Russi.
Nel 1905 la polizia irruppe nella sede del partito mentre Rasputin e i suoi compagni stavano praticando riti orgiastici, fumando cilum e guardando i film proibiti di Krzysztof Kieslowski. Agli sbirri in tenuta antisommossa Rasputin ordinò di lasciarlo libero appellandosi all'immunità parlamentare. Ottenne un fracco di legnate, una prognosi di quaranta giorni e una camera con vista nelle galere patrie.

La permanenza in galera fu breve: la zarina Alessandra Feodorovna Romanova, incoraggiata dalla fama di guaritore che lo stesso Rasputin aveva contribuito a diffondere nel suo blog, lo convocò per mettere fine all'inguaribile e copiosa diarrea che da mesi l'affliggeva. Rasputin consigliò di ricorrere il limone, noto per le sue proprietà astringenti.
Dopo una settimana la zarina lo riconvocò. Era furiosa:

- Zarina: “Il tuo rimedio non funziona, vile ciarlatano!”
- Rasputin: “Non avete usato il limone come vi ho suggerito?”
- Zarina: “Certo che l'ho usato! Ma non appena lo tolgo dal culo, la diarrea ricomincia!”

Rasputin non ebbe il coraggio di svelare il banale equivoco e optò per un rimedio più drastico: dieta a base di radici crude, salassi tre volte al dì e clisteri di acqua e sale. "Se sopravvive, Maestà" - soleva dire baldanzoso, "la diarrea sarà solo un fastidioso ricordo".
La zarina guarì, anche se da allora accusò difficoltà a camminare per più di cinque metri e a sollevare oggetti più pesanti di un accendino. Per ringraziare Rasputin gli concesse la libertà e la carica di suo consigliere personale. Quando apprese la notizia il mistico pianse di gioia e si soffiò il naso con la sua stessa barba.

Le idee

Le passioni

Rasputin era dotato di appetito smisurato e libidine insaziabile; amava abbuffarsi di maccheroni al formaggio e darci dentro con qualche pollastra. Spesso contemporaneamente.

La morte

Rasputin nel cinema