Giorgio Orsolano: differenze tra le versioni

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{{sangue}}
 
 
{{Cit2|No, io non credo sia un serial killer. Al massimo ne avrà fatte a pezzi due o tre.|Il miglior amico di Giorgio Orsolano}}
{{Cit2|Sembrava una così brava persona|La vicina di casa}}
 
'''Giorgio Orsolano''' (San Giorgio Canavese, 1803 - San Giorgio Canavese, 1835), detto la ''Jena di San Giorgio'', ''Mangiacristiani'' oe anche il ''Killer delle salsicce'', è stato il primo [[serial killer]] italiano dichiaratamente non [[vegetariano]]. Era così benvelutobenvoluto dai suoi compaesani che gli hanno dedicato il nome del paese.
 
==Giovane scapestratoBiografia ==
[[File:Non aprite quella porta 2003 Leatherface.jpg|thumb|right|300pxminiatura|Giorgio non era un tipo socievole.]]
Nato da un uomo e una donna normali, quando sua mamma diventa vedova lo manda a stare da suo fratello [[prete]] e incomincia a dare segni di squilibrio. A scuola cerca di accoppiarsi con un banco e, quando questo si rifiuta, lo fa a pezzi con una scure. Nonostante un [[QI]] di 194 difatti non ha nessuna voglia di studiare, tanto che ripeterà la quinta elementare quattro volte, finché, a vent'anni, lo zio non lo rimanda indietro da sua madre accompagnandolo lungo la via con una sequela incredibile di [[bestemmie]].
 
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Non avendo neppure nessuna voglia di lavorare, nonostante tentino a più riprese di fargli ripulire le stalle con le mani, passa il tempo in osteria e in [[chiesa]], dove ruba delle candele e delle [[porno|riviste pornografiche]] dalla sacrestia. Un sabato sera, dopo aver tentato ubriaco di sodomizzare la sedia di un altro, scoppia una [[rissa]] furibonda e Giorgio perde l'occhio destro, forse asportatogli con un bicchiere. Sfigurato irrimediabilmente (nel 1823 non esistono ancora i trapianti di occhi destri) incomincia a vagare solitario per i boschi e si fa crescere un ciuffo di capelli che gli copre metà faccia. I suoi compaesani cominciano così a prenderlo per il culo e a soprannominarlo [[Polifemo]], ma essendo un nome troppo lungo lo chiamano poi solo [[Emo]].
 
===In galera===
[[File:Salsiccia tagliata faccina.jpg|left|thumb|250pxminiatura|Due vittime della Jena.]]
Un giorno incrocia per caso una [[ragazza]] di sedici anni, e la invita a casa sua con la forza. Lei dice di no, allora lui la trascina per i piedi, le fa sbattere ripetutamente la testa sui gradini della scala e la tiene segregata in cantina per sei giorni, tentando ripetutamente di abusare di lei. Ma essendo abituato a brutalizzare solo oggetti di legno, non gli riesce. Cosicché lei lo manda [[affanculo]] e se ne va.
 
Denunciato dalla ragazza e dal [[parroco]] per la storia delle candele e dei porno, viene processato e condannato a otto anni di lavori forzati. Ma non riuscendo a farlo lavorare nemmeno con un fucile puntato alla schiena, viene mandato infine in [[galera]], dove pare strangoli il compagno di cella per accoppiarsi col suo pagliericcio. Dopo sette anni e undici mesi, viene rilasciato per buona condotta. Uscendo dal carcere di [[Ivrea]], si dice abbia chiesto di potersi portare via lo sgabello.
 
===Il matrimonio e l'orribile serie di omicidi===
[[File:Scena di Hostel.jpg|right|thumb|450pxminiatura|L'Orsolano prepara le salsicce.]]
Ma nonostante tutto Giorgio è un uomo abbastanza normale. Conosce una giovane vedova di ventiquattro anni. Rivedendo in lei sua madre, la prende a botte, la [[scopa]] e ci fa una figlia. Da allora si metterà addirittura a lavorare, e la gente incomincia a chiedersi se non stia diventando pazzo. Quando l'anno dopo si sposano, ormai non ci sono più dubbi sulla sua infermità mentale. Insofferente a qualsiasi tipo di dipendenza, abbandona il lavoro, il [[feticismo]] mobiliare e la [[droga]] e si mette in proprio, aprendo una bottega di "ritagliatore e salsicciaio", ma in particolare ritagliatore.
 
Qui comincia la [[storia]] efferata dei suoi crimini: tutto quindi ha inizio quando, per la prima volta nella sua vita, lavora - e ha una vita sessuale normale.
 
[[File:Scena di Hostel.jpg|right|thumb|450px|L'Orsolano prepara le salsicce.]]
Il [[24 giugno]] 1834 rapisce una [[bambina]] di nove anni, la porta nella bottega, mette il cartello "CHIUSO" sulla porta, la stupra, la decapita con un'ascia, infila i resti nel cestino della merenda e li va a gettare nel torrente, forse nella speranza che li trovi qualche lupa. Le voci diranno poi che prima l'ha decapitata e poi stuprata, ma sono [[leggenda metropolitana|leggende]].
 
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A questo punto qualcuno si insospettisce, e si incominciano a cercare la ragazzine scomparse. Ma Giorgio tranquillizza tutti dicendo che probabilmente se le sono sbranate i [[lupo|lupi]], e invita tutti a casa sua. Non trovando i corpi da nessuna parte, vanno tutti a mangiare da lui.
 
[[File:Zuppa di bambino morto.jpg|miniatura|La merenda del ''Mangiacristiani''.]]
Il [[3 marzo]] 1835, martedì grasso, al mercato, vede una ragazza di quattordici anni che tenta inutilmente di vendere le sue uova in compagnia della zia. Impietosito, la porta a casa togliendola dalla strada e promettendole una vita migliore, la fa entrare nella bottega, mette il cartello "CHIUSO DALL'UFFICIO D'IGIENE" sulla porta, la stupra, la massacra con una [[sega]] circolare, infila i pezzi e i trucioli in un sacco di juta e li va a sotterrare vicino al torrente, forse per compattare l'argine. Poi lava il sacco con la candeggina e torna a casa. Le dicerie racconteranno poi che prima l'ha segata e poi si è tirato una sega sulle frattaglie, che con il sangue ci ha fatto del [[salame piccante calabrese]] e con la segatura dei [[wurstel]] di pollo. Parrebbero tutte invenzioni, ma qualcuno giurò che quella volta il cotechino sapeva un po' di [[piedi]].
 
Dopo la scomparsa della terza ragazza, i sospetti si fanno molto forti: la [[zia]] giura di aver visto la nipote allontanarsi con l'Orsolano, e che questo le stava toccando il [[culo]]. Quando si presenta alla bottega insieme ai genitori della ragazza per fargli delle domande, l'Orsolano gentilmente gli risponde:
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Ma quando questi si rivolgono ai [[carabinieri]], i gendarmi scoprono infine tutti i suoi precedenti, soprattutto quello della sedia, e forti di un mandato della [[ASL]] di Chivasso irrompono a casa sua e la perquisiscono. Giorgio non sa spiegare la presenza nella sua bottega degli zoccoli della ragazza, delle spalline imbottite del suo vestito, di un sacco di juta scolorito, delle macchie di sangue sul soffitto, di un paio di mani trovate nella pentola e soprattutto delle uova trovate nella ciotola del [[cane]].
 
===Le indagini dei carabinieri e il processo===
[[File:Ragazza horror.jpg|left|thumb|250pxminiatura|La terza vittima si è offesa perché a Giorgio non piacevano le sue uova.]]
Messo alle strette, non appena i carabinieri se ne vanno cercando di capire se il colpevole può essere lui, tenta di fuggire dalla [[finestra]] ma viene inseguito dalla folla che stava fuori e che lo vuole [[linciaggio|linciare]] e insaccare. Allora i carabinieri capiscono che potrebbe essere davvero lui e lo arrestano quando già qualcuno gli ha infilato una gamba nel tritacarne.
 
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===La sentenza e l'esecuzione===
[[File:Banchetto Zombie.gif|right|thumb|350pxminiatura|I compaesani della Jena cenano con lui.]]
Quattro giorni dopo, il [[17 marzo]], viene impiccato all'albero della cuccagna di San Giorgio (che ricordiamo allora non si chiamava ancora così) insieme ai salami e alle salsicce, visto che nel frattempo è iniziato il [[carnevale]]. Si dice che la folla esultante ai piedi del patibolo si accalcasse e spintonasse per arrampicarsi su e staccargli qualche pezzo da mangiare per cena.
 
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Chi volesse comunque ammirare il calco della testa di Giorgio Orsolano può recarsi a [[Torino]], al Museo di Antropologia criminale, e chiedere di Beppe.
[[Categoria:{{Serial killer]]}}
 
[[Categoria:PiemonteAssassini seriali]]
==Pagine correlate==
[[Categoria:Italiani]]
 
[[Categoria:Città metropolitana di Torino]]
* [[Ed Gein]]
* [[Ted Bundy]]
* [[Albert Fish]]
* [[Jack lo squartatore]]
 
[[Categoria:Serial killer]]
[[Categoria:Piemonte]]
[[Categoria:Persone che si fanno tua sorella]]