m
Annullate le merdifiche di Nevosinter (rosica), riportata alla versione precedente di FLAK-ZOSO
Nessun oggetto della modifica |
m (Annullate le merdifiche di Nevosinter (rosica), riportata alla versione precedente di FLAK-ZOSO) Etichette: Rimosso rimpallo Rollback |
||
(49 versioni intermedie di 31 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
[[File:Petrarca emo.JPG|thumb|300px|'''Francesco Petrarca''' in un dipinto d'epoca.]]
[[File:Petrarca_zoofilo.jpeg|thumb|300px|'''Francesco Petrarca''' dimostra il suo amore per gli animali]]
{{Cit2|Il saggio muta lo stolto, ma il consiglio resta della sua opinione|Lo stolto saggio che esprime la sua opinione sul consiglio}}
Nel frattempo suo padre Pietro, che era un notaio guelfo, fu condannato al taglio della mano (e probabilmente anche di un altra cosa) per aver tentato di palpare il posteriore a una bella fanciulla ghibellina: per paura di restarci secco e di non poter più nè scirvere nè potersi toccare l'uccello, Pietro scappò in Francia, trascinando con sè sia la moglie che il piccolo Francesco.▼
{{Cit2|Salute!|Il lettore sull'accidia di Petrarca.}}
Francesco venne emarginato dai compagni di classe fin dai tempi degli studi alimentari, per i quali era chairamente negato, perché era sospettato di essere una [[checca]]. Questo fino all'eta di 23 anni quando, volgioso di emancipazione, decise di innamorarsi di [[Laura]], a noi descritta come [[gnocca]].▼
Pare inoltre che Francesco fosse alto più di un metro e ottanta e più grasso di [[Giuliano Ferrara]], insomma era [[Gerry Scotti]] travestito. Un uomo di tale sorta per mantenersi ha bisogno di un camion di cibo al giorno, e pare che proprio in cibo il giovane Francesco avesse dilapidato tutto il patrimonio paterno e privato il fratello Gherardo del mangiare, il quale per la disperazione di fece frate. Francesco invece, dato che aveva solo bisogno di mangiare, decise di mantenersi per la vita facendosi [[prete]], non per vocazione, ma solo per "stare di Papa".▼
'''Francesco Petrarca''' ([[Arezzo|Arazzo]], [[32 luglio]] [[1304]] - [[Cimitero]], [[27 dicembre]] [[1983]]) è stato un letterato, poeta, scrittore, informatico, geologo e presentatore tv, famoso soprattutto per parlare e scrivere in una lingua definita ''volgare'' per la ruvidità delle sue espressioni.
== L'identità di Laura ==▼
Il noto autore è da molti considerato il fondatore della lirica moderna per essere stato un depresso reietto della società che si faceva una buona dose quotidiana di seghe e pippe mentali, caratteristica comune di molti studiosi successivi.
[[File:Vecchia orrenda.jpg|thumb|left|200px|Ecco quale probabilmente dovesse essere il vero aspetto di Laura (ammesso si trattasse di una donna e non semplicemente della mano masturbatoria di Francesco)]]Vi sono delle ipotesi sperimentali circa l'effettiva identità di Laura, non ancora provate dagli studiosi. Nell'adolescenza Petrarca conobbe Dante, il quale era compagno di battaglie e di sventure di suo padre. Dante sul punto di morire, decise di lasciare al giovane Francesco in eredità la sua miglior dose di erbe allucinogene, quelle con l'aiuto della quali scrisse la divina commedia. Erbe dalle quali il giovane Petrarca rimase subito affascinato, apprezzandone tutti gli effetti: Laura quindi altro non sarebbe stata che un'allucinazione: o meglio una vecchia laida, sposata e con le tette cadenti per via dell'aver allattato 11 figli nel corso della sua vita, che l'effetto magico dell'erba aveva trasformato in una splendida fanciulla bionda. Qualcun altro pensa che Laura altro non fosse che uno scherzoso garzoncello dalle delicatissime fattezza di cui Francesco, all' epoca baldo studente di legge se non gay quantomeno bisex, s'era innamorato. E del resto questa ipotesi è accreditata dal fatto che non è affatto normale farsi tante seghe mentali per una donna, perché al massimo le seghe generate da una donna si fanno da tutt'altra parte. ▼
La terza ipotesi, forse la più credibile, è che quel culone di Francesco non avesse mai avuto donne in vita sua, ma l'unica a soddisfare il suo ''vago augellin'' fosse la cara mano [[Federica]]. Tuttavia se nelle sue poesie avesse chiamato l'oggetto del suo amore con quel nome, sarebbe stato etichettato come pippaiolo sfigato per tutta la vita. Così, per non farsi sgamare, decise di cambiare il nome della sua mano in Laura. ▼
== Biografia ==
▲
▲Francesco venne da subito emarginato dai compagni di classe fin dai tempi degli studi
Questo fino all'età di 23 anni quando, {{Citnec|voglioso}} di emancipazione, decise di innamorarsi di [[Laura]], a noi descritta come [[gnocca]] e Travis Scott.
Nel 1341 Petrarca ricevette anche il premio per ''Il miglior sottone'' a Roma, dall'amico franco-napoletano Carlo D'Angiò. Si narra che il premio sarebbe stato originariamente assegnato al collega Dante Aligheri, ma questo, impegnato a tradire la moglie con Virgilio nell'aldilà, non poté partecipare alla cerimonia.
▲Pare inoltre che Francesco fosse alto più di un metro e ottanta e
▲== L'identità di Laura ==
[[File:Vecchia orrenda.jpg|thumb|left|200px|Ecco quale probabilmente dovesse essere il vero aspetto di Laura<ref>Ammesso si trattasse di una donna e non semplicemente della mano masturbatoria di Francesco.</ref>]]
▲
▲La
A questa oscura entità egli dedicò il ''Canzoniere'', una raccolta di [[Sega mentale|storie]] di qualsiasi genere trasposte su carta le quali hanno avuto solo l'effetto di produrre altre [[Sega|storie]] in altri studenti maschi che pensavano a quella [[Gnocca|figona]] di Laura. Durante la difficile adolescenza di Francesco, non era raro che la domenica, tra una pippa e una flirtata con l'immaginaria Laura, non riuscisse a ritagliarsi il tempo per andare a Messa: per questo parla di come questa povera amica immaginaria la distrae da [[Dio]].
== Gli anni fuoricorso e gli esami al Cepu ==
Dopo l'incontro con Laura la vita di Francesco cambiò radicalmente: smise di studiare giurisprudenza e passò la sua vita a [[Cazzeggio|cazzeggiare]] in giro a cavallo per l'[[Europa]] e a cercare antichi libri per il solo gusto di sniffare le [[muffa|muffe]] in essi contenute.
Fu proprio durante un delirio da funghi cartaiuoli
Francesco rimase così soddisfatto dell'
▲Fu proprio durante un delirio da funghi cartaiuoli in cui si credeva Ennio che compose la sua opera latina più importante: il poema ''[[Africa]]'', che tutto era forchè un appello per aiutare i negretti del terzo mondo (tanto finché la sua trippa era piena poco importava che gli altri avessero fame).
Ad accettare fu il re di Napoli, a patto però che Francesco sostenesse presso di lui un esame [[CEPU]] per la facoltà di [[lettere e filosofia]]
▲Francesco rimase così soddisfatto dell'Africa che con esso pensò di poter recuperare tutti i suoi anni persi in ambito universitario. Così, per intercessione del suo allora ragazzo Stefano Colonna, chiese una laurea honoris causa sia al re di Napoli che al re di Parigi.
Inutile dire che Francesco riuscì a passare l'esame: questo perché al CEPU chiunque si chiami [[Francesco Totti|Francesco]] riesce spudoratamente a passare con [[30 e lode]]. Si laureò con '''66/110''' alla [[Università La Sapienza di Roma|Sapienza di Roma]].
▲Ad accettare fu il re di Napoli, a patto però che Francesco sostenesse presso di lui un esame CEPU per la facoltà di [[lettere e filosofia]]: in poche parole l'Africa poteva anche infilarsela in quel posto, dato il culone che si ritrovava.
== Il ritiro ad Arquà ==
La sua mano Laura morì il 6 aprile [[1348]], esplodendo a causa di un bubbone formatosi per la [[peste]]: da un lato per Francesco fu una brutta esperienza che lo lasciò disperato e affranto, dall'altro fu un vanto, perché poteva finalmente paragonarsi a [[Muzio Scevola]], uno dei suoi cari romani e perché così rimaneva solo col vecchio buon Dio che gli inviava pasti stratosferici dal cielo.
Il vecchio, monco Francesco trascorse i suoi ultimi anni a leggere e a fare il contadino sui colli veneti, ma fu proprio un eccesso di studio a farlo morire da vero nerd: con la testa appoggiata sull'
▲Dopo una vita fatta di ambizioni e seghe mentali, il nostro eroe, una volta vecchio decise di sparire dal mondo e di ritirarsi ad Arquà, una località veneta dove finalmente avrebbe potuto mangiare gatti in santa pace in compagnia dei suoi 10 figli illeggittimi avuti da laide vecchiacce che l'erba, nel corso della sua vita, gli aveva fatto apparire come strafighe da paura.
▲Il vecchio, monco Francesco trascorse i suoi ultimi anni a leggere e a fare il contadino sui colli veneti, ma fu proprio un eccesso di studio a farlo morire da vero nerd: con la testa appoggiata sull'eneide.
== Note post mortem: i petrarchisti ==
Invidiosi del successo che ebbe quello sfigato di Francesco, i suoi compagni di
== Interpretazione di un testo di orma petrarchesca: ''Augellin vago canoro'' ==▼
▲Invidiosi del successo che ebbe quello sfigato di Francesco, i suoi compagni di banco sopravvissuti cominciarono a rubare tutti i componimenti sepolti nella sua tomba per copiarli spudoratamente, per cercare di raggranellare un po' di pecunia. Questo esercito di ovini fu battezzato dagli storici come "movimento petrarchista". Vediamo nel capitolo seguente di analizzare un testo di orma petrarchesca prodotto da uno di questi inutili personaggi, in cui si racconta un'esperienza patita in passato dallo stesso Francesco.
[[File:Fra'Tuck.jpg|thumb|right|
▲== Interpretazione di un testo di orma petrarchesca: Augellin vago canoro ==
▲[[File:Fra'Tuck.jpg|thumb|right|250px|Ecco il bellissimo Francesco in un momento di massima ispirazione]]
==== Prima quartina ====
<poem>{{
tu sospiri il colle e'l prato
e pur sei tra lacci d'oro
dolcemente imprigionato.}}</poem>
Nella prima quartina apprendiamo come il giovane Francesco spendesse la maggior parte del suo tempo a spararsi seghe a destra e a manca, sui colli e nel prato, ambendo al monte di Venere (il colle) e a un bel pelame fitto fitto (prato) e intanto il suo uccello si innalzava (in [[volo]]?) pur essendo legato come un salame con dei lacci dorati di scarpe
==== Seconda quartina ====
<poem>{{
e l'ali e'l piede sempre
in perpetui giri
Line 47 ⟶ 59:
sembran note de gioia e son lamenti.}}</poem>
Francesco, nel dedicarsi al suo onanistico piacere, ovviamente non si fermava mai, né con la mano (per ovvi motivi) né col piede, perché cambiava posto in continuazione per paura di farsi
==== Terza quartina ====
<poem>{{
vai piangendo la tua servitú,
e vorresti d'ameno boschetto
le bell'ombre godere ancor tu.}}</poem>
Il povero ragazzo capisce che comunque l'apertura alare (leggi espansione in verticale) del suo uccello è solo un mero riflesso fisiologico allo sfregamento, e non un vero segnale di porcino piacere. Perciò Francesco capisce che se il povero paletto fosse dotato di vita propria, si ribellerebbe contro la servitù della mano insalivata che sale e che scende
==== Quarta e quinta quartina ====
<poem>{{
scioglie le tue catene,
con la destra di neve
Line 69 ⟶ 81:
a salutar col tuo bel canto il giorno.}}</poem>
Francesco è inaspettatamente fortunato: il suo solitario piacere infatti non è
==== Ultime due quartine ====
<poem>{{
augeletto fortunato,
son anch'io preso e legato
Line 81 ⟶ 93:
l'empia Irene e vuol ch'io mora.}}</poem>
Peccato però che la bella storia con Irene era solo un sogno che Francesco aveva appena fatto nel suo impeto segaiolo
==
*[[File:Onoreficenza3.png|100px]] - '''Granduca di Stafava'''
*[[File:Speron d'oro dell'ordine dell'impero britannico.PNG|100px]] - '''Segaiolo maestro d'arme e d'odor'''
== Voci correlate ==
*[[Dante Alighieri]]
*[[Morto di figa]]
== Note ==
{{Note}}
{{scrittori}}
[[Categoria:Poeti]]
[[Categoria:Personaggi inutili]]▼
[[Categoria:Ciccioni]]▼
[[Categoria:Scrittori]]
|