Cucina veneta: differenze tra le versioni

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Come si fa allora a mangiare il bollito? Se siete piemontesi non perdete tempo a chiedere la squisita salsa tonnata, la saporita salsa verde o l'aromatico ''bagnet ros'': non capiranno nemmeno di cosa stiate parlando. Hanno una vaga ed approssimativa idea di cosa siano la [[maionese]], il [[ketchup]] e la senape, ma, se richiesti, rispondono immancabilmente di averli appena terminati. L'unica è condire con un filo d'olio e un pizzico di pepe, maledicendo a mezza voce il giorno in cui avete deciso di venire in gita in Veneto.
 
===Pearà===
Se vi trovate nel [[verona|veronese]], in alternativa o in aggiunta al cren, il bollito viene accompagnato dalla Pearà. Si tratta di una sorta di purè fatto con pane raffermo grattugiato, assolutamente insapore. Potete quindi scegliere in piena libertà se mangiarlo oppure se evitarlo: non cambia nulla. A seguito dell'entrata in vigore della Legge Regionale n. 345 del 12/7/1974, art. 4 comma 7, che come noto prevede che: "''Qualsiasi pietanza, per potersi fregiare dell'appellativo di specialità locale veneta, deve contenere almeno un ingrediente ritenuto ripugnante dai cittadini italiani''", alla pearà viene aggiunto del midollo, estratto dalla spina dorsale dei bovini. La presenza del midollo non migliora né peggiora la pietanza, ma consente ai veronesi di poterla con orgoglio annoverare tra le squisitezze tipiche regionali.
 
===Pastinaca===
I più sfortunati tra coloro che si trovano in Veneto potrebbero imbattersi nella pastinaca, una sorta di [[carota]] biancastra che il solito [[cameriere]] veneto cercherà di spacciarvi per una prelibatezza locale enumerando le molteplici virtù mediche della pianta. In questi disgraziati ristoranti il menù contiene addirittura una prefazione che ne spiega l'origine e sostiene che l'imperatore Tiberio l'abbia importata dalla valle del Reno etc. etc. etc.