CICAP: differenze tra le versioni

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CATANIA - Gli avevano ritirato la patente perché alla visita militare si dichiarò gay, un "disturbo dell'identità" troppo grave, scrisse la Motorizzazione di Catania per concedere il permesso di guida. Ma il Tar prima, e il Tribunale civile poi, sostennero che l'omosessualità "non è una malattia psichica" e che i ministeri dei Trasporti e della Difesa dovevano essere condannati a restituire la patente e versare 100 mila euro di risarcimento danni a Danilo Giuffrida.
[[Immagine:Frankestain.jpg|right|thumb|300px|Alcuni noti esponenti del comitato scientifico del Cicap.]]Il '''Cicap''' ovvero '''Comitato Italiano per il Codice di Avviamento Postale''', che ha sede presso l'[[Pavia|Università di Pavia]], è quel gruppo di mezzi [[scienziati]] falliti che indaga e a volte si [[masturbazione|masturba]] sui [[fenomeni paranormali]] del 1° e del 3° tipo. Del secondo, se ne fottono e basta.


A distanza di tre mesi dalla sentenza di primo grado, l'Avvocatura dello Stato ha presentato ricorso per conto dei due ministeri. "I Trasporti non c'entrano - spiega lo staff legale - è la Regione Sicilia che ha competenza in materia di motorizzazione". Neppure il ministero della Difesa deve essere chiamato in causa, spiegano all'Avvocatura: "L'esonero dal servizio militare non è stato deciso perché il giovane era gay, ma perché affetto da disturbi della identità in genere".
==Raison d'etre==
Quando un manipolo di scienziati falliti comprese che era tempo di sparare quattro cazzate senza [[censura|censure]] o controlli da parte della malvagia rivista [[Science]] o [[Nature]], si scatenarono per trovarsi un nuovo impiego. Sommersi da segnalazione di [[alieni]], [[I Puffi|puffi malvagi]] e [[UFO]] vari, capirono che era tempo di smentire tutto e tutti. E finora non sono mai riusciti nel loro semplice intento. Quindi sono inutili come il dentifricio al gusto di [[merda]].


Resta comunque ferma la replica delle associazioni radicali che si battono per la liberazione sessuale. "Il ricorso è un atto talebano - sostiene Sergio Rovasio, segretario dell'associazione "Certi diritti" - ricorrere contro quella sentenza dimostra che il nostro è un paese retrogrado".
==Membri del Cicap==
Essendo una società massonica a fini di lucro i membri fondatori del Cicap sono protetti dalle leggi sulla [[privacy]], ma soprattutto dalla [[mafia]]. Gli unici membri noti sono
*[[Manlio Sgalambro]], presidente dal 1996
*[[Piero Angela]] nei panni di inutile divulgatore alla [[Wanna Marchi]].
*[[Silvio Garattini]] garante scientifico della calvizie di Piero Angela.
*[[Margherita Hack]] garante scientifico di sta [[ceppa]].
*[[Gabibbo]] capo dell'ordine e cicappino a vita nonché confutatore ufficiale delle tesi sul [[paranormale]] (insomma, l'unico che fa qualcosa).
*[[Massimo Polidoro]] donna delle pulizie del gruppo.
*[[Padre Pio]] garante scientifico delle proprie [[stigmate]].


Più pragmatico l'avvocato del 26enne catanese che, dinanzi al ricorso presentato dai colleghi della controparte, ha annunciato che innalzerà la richiesta di risarcimento: "Non ci accontenteremo più della cifra indicata dal tribunale, di cui per altro non abbiamo visto un euro, ma chiederemo almeno 500 mila euro". E ironizzando: "Se non ci pagheranno neppure questa volta, faremo pignorare qualche carrarmato al ministro della Difesa".
==Varie scoperte cicappine==
*[[1989]] - il cicap scopre che le scorregge di [[Bettino Craxi]] nascondono messaggi in codice che indicano il politico come il più grande ladro d'[[Italia]].
*[[1997]] - il cicap scopre che [[Stonehenge]] è tutta una bufala: quando Piero Angela colto da [[diarrea]] evacua dietro una pietra si accorge che in realtà e fatta di polistirolo.
*[[2001]] - i [[cerchi nel grano]] sono falsi, perché, afferma [[Margherita Hack]] non compaiono solo nel [[grano]].
*[[2003]] - il fantasma di [[Padre Pio]] smaschera se stesso: il poltergeist mostra a tutti di non avere le [[stigmate]] sulle mani, ma solo calli.


(12 ottobre 2008)
[[categoria:Misteri]]
[[categoria:Associazioni]]
[[categoria:Marche di preservativi]]

Versione delle 13:46, 13 ott 2008

CATANIA - Gli avevano ritirato la patente perché alla visita militare si dichiarò gay, un "disturbo dell'identità" troppo grave, scrisse la Motorizzazione di Catania per concedere il permesso di guida. Ma il Tar prima, e il Tribunale civile poi, sostennero che l'omosessualità "non è una malattia psichica" e che i ministeri dei Trasporti e della Difesa dovevano essere condannati a restituire la patente e versare 100 mila euro di risarcimento danni a Danilo Giuffrida.

A distanza di tre mesi dalla sentenza di primo grado, l'Avvocatura dello Stato ha presentato ricorso per conto dei due ministeri. "I Trasporti non c'entrano - spiega lo staff legale - è la Regione Sicilia che ha competenza in materia di motorizzazione". Neppure il ministero della Difesa deve essere chiamato in causa, spiegano all'Avvocatura: "L'esonero dal servizio militare non è stato deciso perché il giovane era gay, ma perché affetto da disturbi della identità in genere".

Resta comunque ferma la replica delle associazioni radicali che si battono per la liberazione sessuale. "Il ricorso è un atto talebano - sostiene Sergio Rovasio, segretario dell'associazione "Certi diritti" - ricorrere contro quella sentenza dimostra che il nostro è un paese retrogrado".

Più pragmatico l'avvocato del 26enne catanese che, dinanzi al ricorso presentato dai colleghi della controparte, ha annunciato che innalzerà la richiesta di risarcimento: "Non ci accontenteremo più della cifra indicata dal tribunale, di cui per altro non abbiamo visto un euro, ma chiederemo almeno 500 mila euro". E ironizzando: "Se non ci pagheranno neppure questa volta, faremo pignorare qualche carrarmato al ministro della Difesa".

(12 ottobre 2008)