Camera a gas

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Evoluzione della camera a gas: dalle antiquate stalle naziste alle confortevoli saune con pareti commestibili.
« Sniff sniff... Ragazzi, credo che qui ci sia una perdita... »
(Ebreo non esattamente conscio del suo destino.)

La camera a gas era una sezione degli studi dentistici nei campi di concentramento e di sterminio inglesi operativa durante la battaglia di Stalingrado.
Il suo scopo era principalmente quello di divertire i propri soldati a difesa di una inutile città sperduta tra i ghiacci con cure a base di gas esilarante.
Furono smantellate quando si accorsero che nessun soldato inglese fu mai inviato al fronte russo e che i beneficiari dello speciale trattamento altro non erano che contadini ucraini scrocconi.
Di recente sono ricomparse in qualche paese come pena capitale, ma hanno già detto che faranno solo un rapido saluto e poi se ne andranno.

Modus operandi

Il suppliziato viene legato alle caviglie e ai polsi su una poltroncina a sacco, obbligandolo dunque a mantenere l'equilibrio per non rotolare maldestramente per terra. Un addetto al comfort piazza delle cuffie nelle sue orecchie e mette musica dei Tokyo Hotel a tutto volume: ciò è una forma di umanità perché in questo modo il condannato, negli ultimi istanti, non avrà altro desiderio che una morte rapida. In seguito una altro tizio porta nel locale una vaschetta piena di fialette puzzolenti e comincia a rompergliele sotto il naso, così che si abitui un po' alla fase successiva. Infine viene azionata l'interruttore che apre i condotti dell'aria. Nello stesso momento, in una stanza adiacente, dei mangiatori di cipolla con cattiva digestione cominciano a soffiare a pieni polmoni in dei tubi che convergono nella camera di morte.

Anche loro ne sono vittime innocenti.

L'avvelenamento giunge assai presto, nell'ordine dei 40-49,013 secondi, poiché il malefico gas squaglia le cellule cerebrali ed epatiche del bersaglio. In questo modo si ottiene il suo totale stato di demenza e l'intolleranza assoluta agli alcolici. A questo punto il compito dei soffiatori termina, i gas vengono smaltiti e comincia l'ultima, terribile fase: il boia si avvicina e somministra vodka pura all'ormai incosciente detenuto, facendolo morire in poche ore dopo il coma etilico.

Disumanità e proteste

Nonostante il buon funzionamento dell'arnese in questione e il rispetto dei diritti dell'uomo nel corso del tempo qualche rompiscatole ficcanaso ha osato esprimere il suo illegittimo disgusto sulla pratica del qui descritto supplizio. Per dimostrarne il contrario il direttore di un carcere di Detroit offrì gratuitamente un giro di dimostrazione a un anarchico hippy che aveva sollevato lamentele e disapprovazioni. Dopo il trattamento l'hippy non si lamentò mai più.
Altri ammonimenti arrivano spesso da parte dei comitati anti-inquinamento, i quali propongono la sostituzione dei gas attuali con vapore acqueo, cosicché il condannato muoia comunque di reumatismi bronchiali ma salvaguardando l'ambiente.

Condannati celebri

Butta la pasta, tesoro. Sarò a casa tra pochi minuti.
  • Jimmy Lee Gray: le sue convulsioni durarono ben otto ore prima che i sensi lo abbandonassero. Testimoni giurarono d'aver sentito grattare la parete della bara durante il funerale e gridare aiuto. Altri invece sostenerono che non erano grida d'aiuto bensì le parole di Yellow Submarine.
  • Caryl Chessman: esecuzione problematica: il condannato era un fumatore tale che il gas immesso nella camera gli fece tre baffi. Il suo errore fu quello di fingersi morto: fu cremato...
  • Andrea: certosina di due anni macchiatasi dell'orrendo crimine di non avere un padrone. Condannata a morire asfissiata da scoregge di topo e per ben tre volte sopravvissuta, si gode ora nel totale sollazzo l'ingente assicurazione sulla vita che ha per tre volte[1] riscosso. Alla facciaccia di quei bastardi degli umani.

Note

  1. ^ È stata ufficialmente uccisa tre volte, dopotutto

Voci asfissiate