Vujadin Boškov: differenze tra le versioni

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Dopo essersi appropriato illegalmente del patentino da allenatore di [[Aldo Agroppi]] sostenendo, a ragione, che tanto a quest'ultimo non sarebbe mai servito ad un cazzo, Boskov corona il suo sogno sportivo diventando tecnico di una squadra minore, l'[[Inter]], notissima ai tempi per essere riuscita ad arrivare quarta in un campionato di cui era l'unica partecipante.
 
Con l'arrivo del serbo, però, le cose cambiano: dopo lunghi mesi di intensi [[Violenza|allenamenti fisici]] e interminabili sedute tecnico-tattiche, l'Inter riesce a pareggiare contro la temibilissima Squadra Primavera del [[Casalpusterlengo]]. Per Vujadin è il trionfo.
 
Da quel momento gli si schiudono le porte delle più grandi squadre del globo terracqueo, che egli traghetta verso traguardi mai raggiunti prima.
Da sottolineare il periodo trascorso in [[Spagnogallo]] alla guida del [[Real Madrid]] durante il quale, visti i grandi successi ottenuti nel campo della [[mafia|malavita organizzata]], si merita l'affettuoso attributo di "Don", indice di grande onorabilità e rispettabilità, e Vujadin comincia ad essere universalmente conosciuto col nomignolo [[Don Bosco|Don Boskov]].
 
Dopo un lungo peregrinare ricco di soddisfazioni, il nostro si accasa all'ombra della [[Genova|Lanterna]] per allenare la squadra con cui otterrà i suoi maggiori successi e a cui sarà per sempre legato il suo nome: il [[Genoa]].
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