Verbo: differenze tra le versioni

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In un mondo utopico, i tempi verbali dovrebbero essere tre: passato, presente, futuro. In italiano, invece, i tempi si sono moltiplicati a dismisura, motivo per cui gli italiani quando parlano non si capiscono neanche tra loro. Analizziamo brevemente tutti, ma proprio tutti, i tempi verbali. Ma solo dell'indicativo. Gli altri non li ho mai studiati.
 
*Presente: esprime un'azione che sta avvenendo proprio ora. ''Es''. '''Io vado.''' Ciao.
*Imperfetto: tempo verbale un po' bruttino, con visibili difetti. Esprime un'azione che è avvenuta in modo continuato. ''Es''. ''Volevo 'ESEMPIO'''
*Passato remoto: si riferisce ad un'azione avvenuta tanto tempo fa. ''Es''. '''[[Napoleone]] '''ha perso''' la guerra.''' È avvenuto due secoli fa, quindi è passato tanto tempo.
*Futuro semplice: si riferisce ad un [[tempo]] non lontano in cui la [[tecnologia]] semplificherà le notre vite. Da qui il nome "futuro semplice". Per usare questo verbo occorre fare riferimento alla tecnologia. ''Es''. '''Mangerò un tacchino dopo averlo cotto col forno a microonde.'''
*Passato prossimo: esprime un'azione successa in passato ma che non è ancora successa. ''Es''. ''ho'sono andrò al ristorante'''. Serve per confondere l'interlocutore, il quale rimarrà con un atroce dubbio: ma sei andato o devi ancora andarci al ristorante?
*Trapassato prossimo: verbo deceduto a causa dell'incompetenza linguistica degli studenti italiani. ''Es''. '''Avevo andato al ristorante'''.
*Trapassato remoto: da quando esiste la lingua italiana, nessuno lo ha mai usato.
*Futuro anteriore: esprime un'azione futura che però è già avvenuta. ''Es''. '''L'altro ieri andrò al mare.'''
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