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{{Cit|"Cesare, l'esercito è in marcia!" "... e che marcisca!"|Velleio Patercolo in una sua opera sulla conservazione del cibo}}
'''Velleio Patercolo''' (all'anagrafe: ''Giggino Velleio Patercolo'') è stato un romano con un nome orrendo perché i genitori erano degli stronzi,benché meridionali. Tuttavia vanterebbe, più che tra gli ascendenti, fra i discendenti uomini di gran nome, tra i quali contiamo [[Gianni Morandi]], [[Leoluca Bagarella]] e il mitico [[Valerio Massimo Manfredi]]<br />
Nonostante sia cresciuto con questa [[consapevolezza]] della stronzaggine originante il suo nome, Velleio Patercolo è stato uno [[storico]] [[latino]], autore di opere importantissime e molto ben scritte
Oggi i suoi testi sono conosciuti in tutti i [[Liceo classico|licei classici]] [[Italiano|italiani]] perché, siccome Velleio aveva studiato fino alla terza media, le sue [[versione|versioni]] di latino sono a prova di imbecille.
== Una vita da Patercolo ==
Velleio Patercolo (e basta ridere del suo nome! Dai, non è carino) nasce in [[Terronia]]
Il nonno paterno, Gaio Velleio Patercolo, fu comandante d'esercito, mentre il nonno materno fu [[proconsole]]. Aveva pure uno zio [[elettrauto]].<br />
Dopo un periodo di lavoro in [[Tracia]] visitò la [[Dalmazia]] come ''legatus'', la [[Pannonia]] come ''incatenatus'' e la Pannocchia come ''affamatus'', dato che la regione era assai famosa per i suoi sconfinati campi di [[mais]].<br />
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