Tito Lucrezio Caro: differenze tra le versioni

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Il rotolo è diviso in sei parti, caratterizzati da fogli di diverso colore.
I libri hanno proemi che elogiano Epicuro come grandissimo uomo dotato, bello, bruno, limpido e formoso.
La prima sezione si apre con un proemio che contiene l’invocazione a ''Samantha'', grandissima gnocca forza fecondatrice della natura. Ma ha anche altri significati, per esempio si dice che sia la progenitrice dell’immaginaria ''gens memnia''. Dopo l’inno troviamo l’elogio di [[Epicuro]] che liberò l’umanità dall’ignoranza e dalla [[superstizione]], con frasi come ''io sono l’unico pene''. Questo libro tratta della fisica epicurea. In pratica parla delle cose, no? E sono solo cose, non ci sono non cose, anche ciò che noi pensiamo sia non cosa è cosa, perché in verità o è cosa o non è, e se non è, non è non cosa, ma è bensì non non cosa, cosa e non. Le cose sono formate da piccole parti indivisibili, dette cosine, o [[atomo|atomi]]. Vi è la parte scritta durante la fumata di erba, che parla di infinità di [[mondo|mondi]], e di universi paralleli, e nega [[Matrix]].
La seconda sezione inizia con l’esaltazione del sapiente epicureo, e dunque della scienza epicurea, fonte di felicità. Il sapiente non si lascia assalire dalle passioni, ma fa tutto da solo, non accetta aiuti altrui, usa la sua mano. Continua illustrando la fisica, soffermandosi sulle immagini degli atomi. Al centro del libro troviamo la descrizione del culto orgiastico di una videocassetta trovata al porno shop. Alla fine parla dell’infinità dei mondi (ancora). Vi introduce un’immagine pessimistica, dicendo che il nostro mondo è destinato a perire, a causa della comparsa dei [[Finley]].
Nella terza sezione evidentemente non si era ancora rotto il cazzo di elogiare Epicuro, e lo fa in modo [[gay]], con passi gioiosi. Successivamente viene tracciato un quadro cupo della vita umana, che nonostante la felicità ottenuta con la masturbazione è schiacciata dal terrore della morte, come impossibilità di continuarsi a masturbare. Lucrezio dimostra qui che anche l’anima ha natura materiale, essendo composta da atomi sottilissimi ed è destinata a perire con il corpo. Dunque farsele ora, che dopo non si potrà più, ma non c’è da temere, perché non saremo più dopo la morte, e non avremo necessità. Successivamente illustra le malattie di anima e corpo, [[impotenza]] ed eviralità. Nel finale illustra la massima epicurea con argomenti diversi, secondo cui la morte non ci riguarda per nulla, tanto merde siamo e merde resteremo.[[Immagine:Uomodilettere.gif|left|thumb|Lucrezio si può sicuramente definire un uomo di lettere.]]
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