Tito Lucrezio Caro: differenze tra le versioni

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== Vita, morte e non miracoli ==
Siamo nell’età di [[Cesare]]. Non quella di Lucrezio. Il suo poema è di carattere filosofico e scientifico, col quale vuol liberare l’uomo dalle sue paure principali. E’ una persona complessata, caratterizzata dalle numerose seghe mentali. Passava le serate, invece che uscire con gli amici, a riflette sulla crisi del costume e del valore tradizionale, causata dalle guerre civili, la congiura di [[Catilina]], la guerra [[Galli|gallica]], parlando da solo allo specchio, nudo, sorseggiando luppolo non lavorato. L’uomo non si rifugia più nella religione antica, ma in riti orientali e culti misterici, in pratica tutti scopano, tranne Lucrezio. L’autore fa riferimento alla filosofia [[Epicuro|epicurea]], perché non aveva voglia di pensare molto.
Di Lucrezio sappiamo che nasce attorno al 96 e muore nel 53 a.C., come ci dice [[JerryGerry Scotti]] in una puntata di [[Chi vuol essere milionario?]], che si rifà a notizie di [[Svetonio]], autore latino, secondo cui Lucrezio sarebbe impazzito dopo essersi fumato una canna dai forti poteri mistici e che avrebbe scritto l’opera negli intervalli della sua malattia mentale, tra visioni di draghi volanti e angioletti che giocavano a poker e poi si sarebbe tolto la vita ancora giovane. L’opera fu poi pubblicata a cura di [[Cicerone]], stampata sui rotoli di carta igienica Scottex.
All’inizio del rotolo è stampato il titolo: ''De Rerum Natura'', copiata da Epicuro, dalla sua ‘sulla natura’. Altri da cui copiò sono [[Empedocle]] d’Agrigento e [[Democrito]].
[[File:Manfotanfo.jpg|left|thumb|Una delle pagine del ''De Rerum Natura''.]]
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