Tito Lucrezio Caro: differenze tra le versioni

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Nella quarta sezione finalmente si era rotto il cazzo di elogiare quell’idolo gay di un Epicuro e svolge la dottrina epicurea delle sensazioni. L’unico modo per poter sentire (il resto è immateriale ed è male) è ottenere l’estasi tramite il fumo dell’erba. Si ottiene la vera sensazione solo attraverso la droga. Nel finale della parte di rotolo tratta dell’amore come una folle illusione dei sensi, come sentimento che suscita orrore e ripugnanza, perché causa continua di disagio, tedio e dolori al pisello.
La quinta sezione si apre con un altro elogio a Epicuro, porc... Tratta della formazione casuale del mondo, di come quando qualche [[dio]], fumata l’erba eterea creò alla cazzo il mondo, ma comunque destinato a morire. Annuncia la fine di esso, e il concetto attraverso il verso latino: ''merda sumus, merda erimus''. Il poeta delinea tutta la storia della [[Terra]] e dell’[[umanità]], dall’antica giovinezza del mondo, sbagliando ogni cosa, senza azzeccare uno che fosse uno degli stadi della civiltà umana, ciò dimostra quanto danno fecero i testi dei [[Finley]] alla popolazione romana. L’idea del progresso che emerge è negativa. Da convinto [[emo]], Lucrezio voleva solo la scoperta del cobalto, per potersi tagliare le vene con una lametta, ma il progresso scopriva solo stronzate, non necessarie alla felicità e contro l’etica della masturbazione.
La fine del rotolo parla di [[Apocalypse Now]], copia tremendamente tutta la struttura della trama, dicendo che saremo destinati a morire, essendo solo delle merde. C’è l’incredibile descrizione della [[peste]], copiata spudoratamente dalla descrizione dello storico [[Tucidide]].
 
== La critica e le fonti ==
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