Schiavitù: differenze tra le versioni

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Lo stesso [[Aristotele]], nel libro scritto insieme ad un giovane [[Bruno Vespa]] pone la schiavitù come punto fermo essenziale dell'esistenza umana e di una società sana, insieme alla [[Eterosessualità]], la [[Democrazia]] e lo [[Puttana|sfruttamento della prostituzione]]
 
La schiavitù esisteva anche nell'antica Roma, sebbene regolamentata per tutelare la corretta gestione degli schiavi stessi; nel [[2017|17]] d.c. il costo mensile di una famiglia di schiavi era di circa 400 denari, cifra con la quale si poteva costringere il nucleo familiare a:
* subire ogni sorta di sperimentazione medico-farmaceutica (con particolare attenzione a pratiche allora chiamate "vaccinaziorum" e "sostegnorum psicologicum")
* svolgere con entusiasmo i più svariati lavori, quasi pagando per farli
* frequentare con rispetto e genuflessione i "Fintorum Corsus Professionalus Formationem", che erano allora di fondamentale importanza per dare dare un immeritato lauto stipendio ai vari docenti "figli di" e "amici di", che altrimenti sarebbero diventati schiavi a loro volta
* acclamare con gioia e inni d'amore il centurione "Polettium I", colui che più di adoperò per fare felici gli schiavi di allora creando tale istituzione, chiamata "Novellus Socialorum Carta".
 
==Tempi Moderni==
Utente anonimo