Sandro Botticelli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Infanzia, gioventù, famiglia ===
 
=== Origini ===
 
[[File:Botti.jpg|thumb|right|450px|I Botticelli]]
Figlio di Marianino Vanni Giovanni dei Barbagianni e di una donna la cui identità è irrilevante, il giovane Alessanro trascorse un'[[infanzia]] felice nonostante la [[salute]] cagionevole. La [[famiglia]] non era particolarmente agiata: suo padre faceva il [[conciatore]] di pelli, o forse l'[[innaffiasedie]]. In ogni caso, un lavoro inutile e caduto in disuso col passare del tempo.<br />
'''Sandro Botticelli''' nacque nel [[1445]] a [[Firenze]] in ''via Nuova'' nel palazzo accanto all’[[edicola]], ultimo di quattro [[figlio|figli]] [[maschi]]. Crebbe in una [[famiglia]] misera, mantenuta dal padre '''Mariano di Vanni Filipepi''', detto “''[[ignorante|l'ignorante]]''”, di mestiere [[peracottaro]]. Numerosi erano infatti nella zona di ''[[Santa Maria Novella]]'' gli abitanti dediti a tale attività, facilitata dalla prossimità delle celebri ''colline perifere'' [[firenze|fiorentine]], ma nessuno della maestranza del Mariano.<br />
Le prime testimonianze di Botticelli sono dei documenti catastali risalenti al [[1458]]. Nella [[Dichiarazione del reddito|dichiarazione dei redditi]] il padre infatti citò nello [[stato di famiglia]] i suoi quattro figli maschi: ''...E poi c'è quel bischero del mi' figliolo, Alessandrino, che sta sempre chiuso ner cesso a leggere riviste con donnine nude invece d'aiutarmi a innaffià le sedie, Dio bono!'' Sandro nello stesso [[documento]] viene definito "malsano", descrizione da intendersi come un misero e inutile espediente del [[padre]] per ottenere l’[[assegno]] di [[mantenimento]] ed il [[pass disabili]]. Grazie a questa dichiarazione gli storici hanno potuto tracciare con chiarezza il profilo psichico del giovane Botticelli: un bischero che sta sempre chiuso nel cesso.<br />
I primi [[documento|documenti]] su Sandro sono costituiti da alcune dichiarazioni [[catasto|catastali]]. In quella del [[1458]] Mariano Filipepi citò i quattro figli maschi '''Giovanni''', '''Antonio''', '''Simone''' e '''Sandro''' accatastandoli come aree cortilive per non essere costretto né a mandarli a scuola né a pagarci l’[[IMU]]. All’avvicinarsi degli ispettori del [[catasto]] i quattro [[bambini]] dovevano stendersi nel giardino e fingersi dei cortili.
Il nomignolo ''Botticelli'' era inizialmente affibbiato ad un fratello di Sandro, tale Giangiovanni, che lavorava a [[Firenze]] come [[sensale]]: altro mestiere inutile che consisteva nel salire e scendere le scale. Dal fiorentino antico: ''se 'un sale (scende)''. Nonostante Giangiovanni salì e scese per le scale tutta la vita, nessuno pagò mai un fiorino.
Sandro nello stesso [[documento]] viene definito "malsano", descrizione da intendersi come un misero e inutile espediente del [[padre]] per ottenere l’[[assegno]] di [[mantenimento]] ed il [[pass disabili]].<br />
Il [[soprannome|nomignolo]] ''Botticelli'' pare invece che fosse stato inizialmente attribuito al [[fratello]] Giovanni per la quantità olimpica di [[grappa]] che riusciva ad ingurgitare senza fermarsi a respirare. Il soprannome fu poi affibbiato a tutti i [[maschi]] della famiglia, mentre alle [[femmine]] toccò ''Botticelle'', azzeccatissimo peraltro per la sorella '''Maria''' detta anche ''quadrivano''.
 
=== Apprendistato ===
 
Il suo vero e proprio [[apprendistato]] si svolse nella [[bottega]] di '''Filippo Pippi''' dal [[1464]] al [[1467]].<br />
Risalgono a questo periodo tutta una serie di [[Madonna|Madonne]], attribuite al Botticelli, che gli costarono tre mesi agli [[arresti domiciliari]] per [[bestemmia]] reiterata. La primissima [[opera]] attribuita a Botticelli è la "''Madonna col Bambino, un angelo e una foca''" ([[1465]] circa), la seconda è l'"''Orca Madosca''" ([[1466]]), entrambe dimostranti l’interesse del [[pittore]] verso il mondo [[animale]] e definiti dal Pippi degli “''stronzi essiccati sulla [[tela]] che non valgono il [[prezzo]] della cornice utilizzata''”.<br />
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=== L’avvio della carriera in proprio ===
 
Dal [[18 agosto]] al [[18 agosto]] [[1949]] lavorò alla sua prima commissione pubblica, di notevole [[prestigio]] e [[risonanza]]: si trattava di una sedia del Palazzo di Giustizia che si era irrimediabilmente scheggiata qualche giorno prima. Botticelli per quel lavoro accolse lo schema presentato dal [[Pollaiolo]] nelle sue linee generali, ma impostò l'immagine in modo del tutto diverso: conficcò sul sedile un [[birillo]] puntato verso l’alto, così volendo operare un preciso richiamo alle qualità morali inerenti all'esercizio della [[magistratura]], in pratica un'allusione simbolica all’operato del [[giudice]]. L’opera fu salutata con eccitazione dal circolo [[Arcigay]] della zona, meno dai [[magistrati]] che gli comminarono il [[supplizio della ruota]].<br />
Prima di produrre questi autentici aborti pittorici egli ebbe però modo di ampliare la sua esperienza con altri dipinti, che costituiscono il necessario passaggio intermedio tra lo [[spasmo diarroico]] delle prime opere ed i grandi [[capolavori]] della [[maturità]].
 
=== Le opere degli [[anni settanta]] ===
 
[[File:Presepe.jpg|thumb|right|250px|"L'adorazione dei [[Magi]]", cartapesta su scatole di scarpe.]]
A questo primo periodo appartiene il ''"San Sebastiano''", opera in cui Botticelli mostra già un avvicinamento alla filosofia dei [[circoli culturali]] colti vicini alla famiglia [[Lorenzo de' Medici|Medici]], animati da [[Marsilio Ficino]] e [[Agnolo Poliziano]]. Botticelli venne accolto con cordialità all'interno della combriccola soprattutto perché faceva un [[daiquiri|banana daiquiri]] importantissimo e serviva velocemente.<br />
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=== Al servizio dei Medici e di Sisto IV ===
 
Dalla metà degli anni settanta Botticelli entrò nella cerchia dei Medici, che lo accolsero sotto la loro protezione accarezzandogli la testa e dicendogli che andava tutto bene. Riconducibili a questo periodo sono anche altre opere come il ''‘‘Ritratto di Giuliano de' Medici’’'' ([[1478]]), superbo esempio di doppia leccata di culo carpiata ritornata.<br />
La politica riconciliativa di [[Lorenzo de' Medici]] verso gli alleati della [[Congiura dei Pazzi]] si realizzò in maniera efficace anche attraverso scambi culturali, con l'invio dei più grandi artisti fiorentini a Roma quali ambasciatori di [[bellezza]], [[armonia]] e del primato culturale [[firenze|fiorentino]]; Botticelli si intrufolò nella carrozza che li portava nella città eterna, nascondendosi dentro un [[baule]] e facendosi i 3 giorni di viaggio in [[apnea ad assetto variabile]].<br />
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=== Ultimi anni ===
 
[[File:Splinter e le tartarughe ninja.jpg|thumb|right|250px|La cacciata di Botticelli (vestito di giallo) dalle [[tartarughe ninja]].]]
In seguito gli arrivarono numerose commesse, che Botticelli non seppe mai portare a termine, vuoi per un [[mal di testa]], vuoi perché [[Andrea del Verrocchio]] e il [[Perugino]] giravano con la pistola.
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