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{{cit2| Mi è piaciuta soprattutto la sua [[Gioconda]]| [[Maria Stella Gelmini]] su Botticelli.}}
{{cit2| E chi se l'è mai cagato? | [[Donatello]], [[Raffaello]], [[Michelangelo]] e [[Leonardo]] al [[Maestro Splinter]] su Botticelli.}}
'''Sandro Botticelli''', vero nome '''Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi''' ([[Firenze]], [[1 marzo]] [[1445]] – [[Firenze]], [[17 maggio]] [[1510]], [[Firenze]], [[Firenze]]), è stato un [[pittore]] [[italiano]]
== Biografia ==
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Figlio di Marianino Vanni Giovanni dei Barbagianni e di una donna la cui identità è irrilevante, il giovane Alessandro trascorse un'[[infanzia]] felice nonostante la [[salute]] cagionevole. La [[famiglia]] non era particolarmente agiata: suo padre faceva il [[conciatore]] di pelli, o forse l'[[innaffiasedie]]. In ogni caso, un lavoro inutile e caduto in disuso col passare del tempo.<br />
Le prime testimonianze di Botticelli sono dei documenti [[Catasto|catastali]]. In quello del [[1458]] citò i suoi quattro figli maschi Giovanni, Antonio, Simone e Sandro, accatastandoli come aree cortilive per non essere costretto né a mandarli a [[scuola]] né a pagarci l’[[IMU]]. All'arrivo degli ispettori del catasto i bambini erano costretti a stendersi nel giardino e a fingersi dei cortili.<br />
Nella [[Dichiarazione del reddito|dichiarazione dei redditi]] del [[1459]] il padre descrisse nello [[stato di famiglia]] il figlio Sandro: "''...E poi c'è quel bischero del mi' figliolo, Alessandrino, che sta sempre chiuso ner cesso a leggere riviste con donnine nude invece d'aiutarmi a innaffià le sedie, Dio bono!''".<ref>Fonte: Agenzia delle Entrate.</ref> Grazie a questa dichiarazione gli storici hanno potuto tracciare con chiarezza il profilo psichico del giovane Botticelli: un bischero che stava sempre chiuso nel cesso. Nello stesso [[documento]] viene inoltre definito "malsano", descrizione da intendersi come un misero e inutile espediente del [[padre]] per ottenere l’[[assegno]] di [[mantenimento]] ed il [[pass disabili]].<br />
Il nomignolo ''Botticelli'' fu inizialmente affibbiato ad un fratello di Sandro, tale Giangiovanni, che lavorava a [[Firenze]] come [[sensale]]: altro mestiere inutile che consisteva nel salire e scendere le scale. Dal fiorentino antico: ''se 'un sale (scende)''. Nonostante Giangiovanni salisse e scendesse le scale tutta la vita, nessuno pagò mai un fiorino.
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L'accentuato [[linearismo verrocchiesco]], inteso come espressione di movimento, risulta poi evidente nella "''Madonna attraversa fuori dalle strisce''”, anch’esso di quel periodo, in cui le meditazioni sulla concezione [[matematica]] della [[pittura]], di grande attualità in quegli anni con gli studi di [[Piero della Francesca]], sono ben sintetizzate dalle [[sgommate]] degli [[pneumatici]].
[[File:La Primavera di Botticelli.jpg|right|thumb|350px|Foto di gruppo. Il primo a sinistra è Mercurio, dio delle arance. Seguono le tre gnocche, Venere, un uccello con arco e frecce e una donna che semina fiori. Chiude il gruppo una scena di stupro.]]
=== L’avvio della carriera in proprio ===
Dal [[18 agosto]] [[1469]] al 18 agosto [[1469]], lavorò alla sua prima commissione pubblica, di notevole [[prestigio]] e [[risonanza]]: si trattava di una sedia del Palazzo di Giustizia che si era irrimediabilmente scheggiata qualche giorno prima.
Botticelli per quel lavoro accolse lo schema presentato dal [[Pollaiolo]] nelle sue linee generali, ma impostò l'immagine in modo del tutto diverso: conficcò sul sedile un [[birillo]] puntato verso l’alto, così volendo operare un preciso richiamo alle qualità morali inerenti all'esercizio della [[magistratura]], in pratica un'allusione simbolica all’operato del [[giudice]]. L’opera fu salutata con eccitazione dal circolo [[Arcigay]] della zona, meno dai [[magistrati]].<br />
Durante gli ultimi mesi del 1469 entra a far parte della confraternita degli artisti, presieduta dal celebre [[Leon Battista Alberti]]. Botticelli venne accolto con cordialità all'interno della combriccola soprattutto perché faceva un [[Banana Daiquiri]] importantissimo e serviva velocemente.
Di quegli anni
=== Le opere degli [[anni settanta]] ===
Negli anni '70 del [[Quattrocento]], Botticelli esce dalla confraternita degli artisti per partecipare ai circoli culturali fiorentini vicini alla famiglia [[Medici]], animati da [[Marsilio Ficino]] e [[Agnolo Poliziano]], due buffoni di corte dall'indiscusso talento: il primo sapeva andare sul monociclo, l'altro riusciva a leccarsi i gomiti. È in ambienti come questi che avviene la formazione artistica di Botticelli, ben sintetizzata nel ''"San Sebastiano''", opera in cui Botticelli mostra già un avvicinamento al [[Neoplatonismo]], un movimento artistico e culturale basato sulle idee di [[Platone]]: ovvero niente [[Alcol|alcolici]] prima dei 21 anni. <br />
[[File:Presepe.jpg|thumb|right|250px|"L'adorazione dei [[Magi]]", cartapesta su scatole di scarpe.]]▼
Spesso a corto di idee, Botticelli scopiazza le idee di un certo [[Piero del Pollaiolo]], così chiamato per la sua abitudine di dimorare insieme alle galline. Dalla frequentazione del salotto, fatta di umiliazioni e pernacchie, spesso intramezzate da un “
▲Di quegli anni l’[[infortunio sul lavoro]] causato da un [[Marsilio Ficino]] in manifesto stato di [[ebbrezza]], il quale prendendo un [[archibugio]] ordinava a Botticelli di [[ballare]] e per incitarlo faceva partire diversi colpi mirando vicino ai [[piedi]], tra le grasse [[Risata malefica|risate]] degli astanti. Purtroppo un [[proiettile]] lo colpì in pieno, staccandogli l’[[alluce]] sinistro. Per questo motivo, da quel giorno, fu chiamato da tutti “'''Ragazzo, smettila di zoppicare e portami il mio [[cappuccino]]'''”.
▲Dalla frequentazione del salotto, fatta di umiliazioni e pernacchie, spesso intramezzate da un “'''[[Coglione]]'''” pronunciato dal [[Poliziano]] di turno per far ridere le ragazze, Botticelli acquisì nuova sicurezza nella pittura, espressa principalmente nella sua '''Adorazione dei [[Magi]]''', quadro eseguito tra il [[1473]] e il [[1474]].
=== Al servizio dei Medici e di Sisto IV ===
▲[[File:Presepe.jpg|thumb|right|250px|"L'adorazione dei [[Magi]]", cartapesta su scatole di scarpe.]]
Dalla metà degli anni settanta Botticelli entrò nella cerchia dei Medici, che lo accolsero sotto la loro protezione accarezzandogli la testa e dicendogli che andava tutto bene. Riconducibili a questo periodo sono anche altre opere come il ''‘‘Ritratto di Giuliano de' Medici’’'' ([[1478]]), superbo esempio di doppia leccata di culo carpiata ritornata.<br />
La politica riconciliativa di [[Lorenzo de' Medici]] verso gli alleati della [[Congiura dei Pazzi]] si realizzò in maniera efficace anche attraverso scambi culturali, con l'invio dei più grandi artisti fiorentini a Roma quali ambasciatori di [[bellezza]], [[armonia]] e del primato culturale [[firenze|fiorentino]]; Botticelli si intrufolò nella carrozza che li portava nella città eterna, nascondendosi dentro un [[baule]] e facendosi i 3 giorni di viaggio in [[apnea|apnea ad assetto variabile]].<br />
Arrivato a Roma il [[27 ottobre]] [[1480]], si svegliò di buona lena, precedendo gli artisti fiorentini, e presentandosi a [[Papa]] [[Sisto IV]]:
[[File:Venere pianeta.jpg|thumb|left|250px|La Venere del Botticelli.]]
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In mezza mattinata fece tre affreschi presso la [[Cappella Sistina]]. Nelle cronache vaticane viene riportata la seguente conversazione
{{dialogo2|Papa|
{{dialogo2|Papa|A me sembrano delle strisciate di [[merda]].|Sandro|Perché tu di arte non capisci niente, guarda che cappello hai in testa. Vai a chiamarmi un superiore, veloce!}}
Prese poi la prima [[corriera]] per [[Firenze]] inseguito dal Ghirlandaio e dalle guardie papali munite di fucili a pallettoni.
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{{Quote| Modestamente [[Giotto]] mi fa una pompa.| Sandro Botticelli agli eredi del pittore, durante le celebrazione per il centocinquantenario dalla sua morte.}}
[[File:Splinter e le tartarughe ninja.jpg|thumb|right|250px|La cacciata di Botticelli (vestito di giallo) dalle [[tartarughe ninja]].]]▼
=== Ultimi anni ===
{{Quote|Haa-haa!|[[Michelangelo Buonarroti]] al funerale di Botticelli.}}
▲[[File:Splinter e le tartarughe ninja.jpg|thumb|right|250px|La cacciata di Botticelli (vestito di giallo) dalle [[tartarughe ninja]].]]
In seguito gli arrivarono numerose commesse, che Botticelli non seppe mai portare a termine, vuoi per un [[mal di testa]], vuoi perché [[Andrea del Verrocchio]] e il [[Perugino]] giravano con la pistola.
Ormai famoso, si lasciò andare ai piaceri. Nel [[1502]] una [[denuncia]] anonima lo accusò di [[sodomia]]. Nel registro degli Ufficiali di Notte, al [[16 novembre]] di quell'[[anno]], è riportato come il pittore ''"si tiene un garzone"''...<ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Sandro_Botticelli O almeno, così dice wikipedia]</ref>.
La [[fama]] durò però molto poco, dato che l'ambiente artistico era ormai dominato da un certo [[Leonardo da Vinci]]. Entrò per breve tempo a far parte delle [[tartarughe ninja]], ma gli venne in seguito preferito [[
Il pittore, ormai anziano, inattivo e
▲Il pittore ormai anziano e quasi inattivo trascorse gli ultimi anni di vita isolato e in povertà, morendo il [[17 maggio]] [[1510]].
== Note ==
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*[[Giotto]]
*[[Michelangelo]]
*[[Tiziano]]▼
*[[Donatello]]
*[[Leonardo]]
*[[Raffaello Sanzio|Raffaello]]
▲*[[Tiziano]]
{{Pittori}}
[[Categoria:
[[Categoria:Artisti]]
[[Categoria:Pittori]]
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