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== L’utenza ==
 
La domanda sorge spontanea: vista la bella introduzione, chi mai oserebbe mettere piede in tanto squallore, correndo il rischio di venirne contaminato?
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== La “Sezione Cultura” ==
 
In ogni manifestazione che si rispetti, a qualunque livello territoriale, ci deve essere anche qualcosa per chi ha più di due neuroni che fanno contatto a ogni luna nuova: così, ecco spuntare magicamente dal nulla la “Librotenda” (interessante parallelo con la “disco tenda”).
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== La disco tenda ==
 
La fiera di paese (parlando in generale di tutte le manifestazioni a livello meramente comunale) non può reggersi solo sui vecchi: infatti, i vecchi hanno pochi soldi e, come succede in tali casi, spendono poco dato che la loro pensione va per la maggior parte in [[viagra|medicine]] e [[chiesa|cazzate da vecchi]].
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Al suo interno, orde di gusci umani si agitano al ritmo delle canzoni più "in" dell'estate, cercando di attirare, coi movimenti impacciati simili a quelli di un [[Maria De Filippi|orango]], i rappresentanti del sesso opposto (o anche dello [[Gay|stesso sesso]]: le perversioni non mancano) che sono accampati in cerchio attorno a quel monumento al [[merda d'artista|cattivo gusto]].
 
== Musica, maestro! ==
 
Ok, la musica l’avevamo già messa: ovviamente, se si ha lo stomaco e la presenza di spirito di definire “musica” quella che passano in quelle orrende balere senza pareti dove la gente si agita come scimpanzé ebbri col ballo di San Vito.
 
Ma per chi non ha tanta forza d’animo da definire “musica” l’accozzaglia di flatulenze elettroniche a ritmo emesse dalle casse della discotenda, gli organizzatori hanno creato uno spazio dove poter riempire le orecchie con qualcosa che non sia né il “rumore a tempo” della discotenda né il berciare fuori luogo e fine a sé stesso dell’utenza dovuto all’ingestione di un’eroica quantità di [[Alcol|alcolici]].
Ed ecco quindi, a beneficio dei cultori dell’armonia & della melodia, lo stand musicale: generalmente, il tutto si traduce in un palco in legno di acero tarlato, fronteggiato da un reggimento ordinato di sedie modello “Economia nel terzo mondo” dell’[[IKEA]]. Gli organizzatori più lungimiranti sono soliti porre anche due o tre pannelli di parquet nero da balera sul cemento, in modo che chi non resista agli impulsi irrefrenabili del ritmo possa scatenarsi eed esporsi al pubblico ludibrio, aumentando così il numero delle attrazioni dell’evento casereccio.
 
Chi sale sul palco?
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== I padiglioni degli espositori. ==
 
Ed eccoci alla crème della crème della manifestazione paesana: infatti, ben sapendo la quantità irragionevole di persone che tali eventi sono soliti attirare, le aziende approfittano biecamente della triste situazione per cercare di tirare su qualche cliente in più.
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Gli stand degli espositori sono, ovviamente, sempre gli stessi in tutte le fiere: c’è l’immancabile stand del concessionario di automobili, con attorno mandrie di squattrinati che si producono in commenti da sapienti del motore, osservando le auto con uno sguardo che nasconde una sottile vena di follia e frustrazione, ben sapendo che tali meraviglie a quattro ruote sono ben oltre le loro tragiche possibilità, come un leone affamato e privo di tutti e quattro gli arti potrebbe fissare una gazzella dalle cosce sovrasviluppate.
 
Altro stand d’obbligo è quello che pubblicizza un marchingegno che produce acqua frizzante o naturale a temperatura zero assoluto, ottima per le calure estive ma pessima per l’intestino irritabile. Rinomato in tutte le fiere per essere un luogo dove potersi dissetare a costo zero.
 
Descrivere minuziosamente gli altri stand sarebbe faticoso quanto superfluo:
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I premi in palio a tali tombolate, manco a dirlo, sono di una pochezza che stordisce, e spesso sembrano beni trafugati dal magazzino della Caritas Diocesana. Il prezzo di una cartella, considerate le probabilità di vincere e il prezzo di mercato dei premi, sarebbe un furto anche se fosse negativo, cioè se la gente fosse pagata per prenderne una.
 
== E le “chicche”? ==
 
Quanti genitori si sono sentiti rivolgere questa affermazione dai loro pargoli, con tanto di tono supplicante e sguardo afflitto? Potevano quindi gli organizzatori dell’evento rimanere insensibili a un tale grido di aiuto?
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== Augh! ==
 
Sì, augh! Da qualche anno a questa parte, in ogni manifestazione che si rispetti devono esserci almeno due bancarelle di peruviani che vendono oggetti tribali al pubblico ignorante. Queste bancarelle potrebbero essere considerate un vero e proprio melting pot culturale: indiani del Nord America, Messicani, Maya, Aztechi, Incas, indigeni Sudamericani, tutti raggruppati e mescolati in un’unica bancarella!
Da segnalarsi la musica trasmessa, contrabbandata come musica indigena: la sua natura è ben diversa, trattasi infatti di pezzi musicali famosi riarrangiati con strumenti etnici acquistabili presso la stessa bancarella.
Tali, di solito, sono le bancarelle preferite dagli [[Hippie|hippie]], dai naturalisti, e dagli adoratori di divinità celtiche dimenticate da secoli.
 
La bancarella tratta anche articoli quali:
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== I comizi politici ==
 
Eh già. Se la manifestazione paesana ha un suo colore ([[Lega Nord|verde]], [[Comunismo|rosso]] o anche [[Fascismo|nero]]) è probabile che, in qualche meandro della fiera, si trovi l’immancabile stand politico: ergo una tenda dove, fronteggiato da un pubblico in coma, un politico generalmente di basso rango (assessore comunale o vice bidello della Regione) si libera delle frustrazioni della giornata tuonando contro l’operato dell’opposizione.
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