Sōsuke Aizen: differenze tra le versioni

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La vita mortale di Sōsuke Aizen iniziò nel lontano [[A nessuno importa|chissenefrega]] in un [[ospedale]] di Buseto Palizzolo in provincia di [[Sicilia|Trapani]], ed iniziò con il comunissimo nome di Salvatore Anselmo. Non si sa cosa accadde all'interno del grembo materno per i nove mesi precedenti, ma Salvatore ne uscì che era già un [[genio del male]]. Quando lo misero per la prima volta tra le braccia di sua madre, allungò prontamente una manina nella sua tasca, non sia mai vi fosse un portafoglio ben fornito.
 
La sua malvagità si espresse in toni sempre più antipatici e da carogna man mano che cresceva: a quattro anni, senza ancora avere idea di cosa fosse la [[mafia]], il siciliano gestiva già un azienda di costruzioni coi mattoncini nel suo asilo, presto leader nel settore per i metodi violenti e i ricatti con cui sbaragliava ogni possibile concorrejlbhonrivyjosrnzaconcorrenza.
A cinque anni, quando il papà lo portava a passeggio vicino alla banca, con la scusa di farsi prendere in braccio spiava il codice segreto del bancomat dei malcapitati che stavano lì a prelevare. A sei anni aveva già falsificato la carta di credito di famiglia, a sette scippava i pensionati fuori le poste distraendoli con la scusa di voler sentire i loro racconti sulla [[guerra]], a otto un [[Provenzano|famoso boss]] della zona si offrì di adottarlo come figlio.
E i genitori furono più che contenti di liberarsene, ed emigrarono in [[Svizzera]] in cerca di pace e tranquillità, ma soprattutto onestà.
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