Piemonte: differenze tra le versioni

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Il nord era ricco di industrie e di banche private, il sud ricco di contadini e di capre pubbliche, come in tutti i nord e sud che si rispettino. Non solo, una volta sottomessi tutti i piemontesi recalcitranti ancora vivi, prima [[Cesare]] e poi [[Augusto]] fondarono una miriade di città a pianta quadrata, senza piante e senza sole, abitate da agricoltori e operai con la testa appunto quadra. Città che presero il nome di Augusta Terronorum (Torino), Augusta Petoria ([[Aosta]], ma qui siamo in [[Valle d’Aosta]]), Dertoma (Tortona), Testona (Moncalieri), Acari e Tarme (Acqui Terme), Alba Corta (Alba), Ranatta Vermicellae (Vercelli), Er Astice (Asti), Vecchiara (Novara), Emorredia (Ivrea), Susate (Susa) e Chivasso. Come si può notare, sono tutte città lontane dalle montagne, a parte Augusta Petoria, e questo proprio perché i romani aborrivano le montagne ritenendole abitate da [[sardi|spiriti malvagi con la testa dura]] e [[valdostani|mostri antropomorfi dall’alito di toma]], cioè i piemontesi.
[[File:Selezione miss Italia.jpg|250px|thumb|left|Razza piemontese selezionata.]]
[[File:CinqueSei vacche.jpg|250px|thumb|left|Razza piementose comune (alimentata a coca)]]
 
Andò avanti così per circa settecento anni, senza nessuna nuova fondazione di città (i [[Tito Flavio Vespasiano|vespasiani]] ormai erano già abbastanza) finché un giorno dalla [[Germania]] non scesero gli insopportabili Longobardi che si piazzarono ognuno in una [[cesso|latrina]] diversa e da lì iniziarono a comandare e a fottere in modo fastidioso, rendendo il Piemonte una landa desolata piena di duchi, picciotti e [[pappone|papponi]] e appestando l’aria di crauti bolliti.
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