Pennichella: differenze tra le versioni

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La '''pennichella''', chiamata anche ''sonnellino pomeridiano''<ref>dagli snob altolocati che abitano ai [[Roma|Parioli]]</ref>, è una pratica meditativa di antiche origini romane. Consiste nella ricerca del benessere interiore, ottenibile attraverso alcuni esercizi che implicano: restare completamente immobili col corpo; roteare gli occhi all'indietro per qualche secondo; lasciar cadere la testa dove gli pare e piace; russare fragorosamente a bocca aperta; ingoiare un paio di mosche; grugnire di tanto in tanto.<br /> È utilizzata da sempre come unico rimedio per la patologia invalidante chiamata "abbioccone", quello stato di torpore che giunge improvviso dopo un pasto gratificante, annunciato di solito da un tale malcelato sbadiglio che: la persona che ti siede
accanto riesce a vedere che hai la [[sgommata]] nelle [[mutande]].<br /> Per evitare ulteriori brutte figure è bene scusarsi e chiedere congedo ai commensali, utilizzando una scusa credibile tipo: ''"Mi spiace ma devo andare a studiare, domani ho l'esame del [[colesterolo]]"''.<br /> A questo punto si raggiunge la poltroncina dello studio, il letto è sconsigliato perché lo stare sdraiati è dannoso per la digestione.
{{cit2|Viè da li tempi antichi 'sto bel cerimoniale,<br />bisogna stà alle regole, perchèperché sinnò nun vale.<br />La pennichella classica c'ha le norme sue,<br />l’orario è categorico: sul giro delle due!<br />Er letto è sconsijabbile ch’er sònno là te passa,<br />ce vo’ lela sedia a dondolo, o ‘na poltrona bassa!|[[Nino Manfredi]], ''La pennichella'' (Boccoli, Perretta, Verde, Caruso). Sigla di [[Domenica In]] [[1980]].}}
 
== Origini della pratica ==
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