Paolo Chiavator: differenze tra le versioni

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Le opere più famose sono raccolte e studiate in tutte le facoltà di Teologia della terra, nonché negli istituti religiosi.
 
Senza dubbio la più famosa opera è "''Harry Fotter e la Camera delle Bestemmie''", che racconta le peripezie del maghetto coatto Harry, costretto ad andare ad affrontare il mostro nella Camera delle Bestemmie insieme al suo amico Rot e all'amica Hermignottone. Quest'ultima, accusata di non saper fare sesso orale, lancia una bestemmia eccelsa nella capanna di Hagrid, che replica: "Ma che...? Ha bestemmiato?!". Rimane nella storia la battuta "''Qualcosa dal carrello, Dio pennarello?''" ma anche la scena dello zio di Harry mentre bestemmia sbraitando nella notte "Porcoddio non me se apre!".
 
In ''Harry Fotter e il Calice di Cristo'' si nota invece la maturità e la dedizione apostolica dell'autore nel compiere l'opera: Harry stavolta dovrà superare le prove del Torneo Tre Porcoddio per avere come premio ''un dito in culo una volta al giorno''. Notevole e piena di significato la scena dell'investitura del nostro maghetto preferito, dove il Presidente del Torneo annuncia la selezione di Harry tramite una filastrocca molto ben strutturata che ricorda lo Stil Novo di Dante Alighieri: "Dopo una lunga riflessione / abbiamo scelto il Gran Coglione / che se poi si tira indietro / fa scendere dal Ciel San Pietro / Harry Fotter è il maghetto / che noi tutti abbiamo eletto!" seguita subito dopo da urla di disappunto degli altri partecipanti, tra cui due enormi bestemmioni, un 'vaffanculo' e un 'Ma io nun vojo partecipà!'. In questo capitolo il nostro eroe combatte contro draghi ruttoni, nuota nelle immensità di laghi e attraversa labirinti incantati solo per l'onore di essere riconosciuto il miglior mago bestemmiatore del secolo. In quest'opera rimane impresso il tentativo dell'autore di superare il razzismo nella scena in cui il fratello di Rot invita una compagna di colore (detta Cioccolatino) con una frase strappalacrime.