Osvaldo Bagnoli: differenze tra le versioni

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Il risultato fu comunque notevole, e così il presidente [[Inter|interista]] Pellegrini, decise di puntare su di lui per riportare in alto il nome dei nerazzurri. La scelta in sé non era sbagliata, ma come poteva Bagnoli allenare una squadra di stranieri, se non sapeva neanche l'[[italiano]]? L'Inter vantava infatti una rosa composta da: Wim Jonk (che lui chiamava "il Gionk"), [[Darko Pancev]] (che non chiamava proprio) e [[Ruben Sosa]] (da lui considerato "la pippa che però segnava tanto"). A questi infine, si aggiunse anche [[Dennis Bergkamp]], ennesimo campione rivelatosi una [[sega]].<br>
Tuttavia dopo un avvio stentato (sconfitta persino dall'Ancona, che non giocava in serie A), l'Inter trovò gioco e continuità. La stagione si chiuse con un ottimo secondo posto, che gli garantiva la presenza in [[Coppa UEFA]].<br>
L'[[anno]] seguente, però, è amaroavaro di consolazioni: la campagna acquisti porta a Milano i soliti bidoni, giocatori come Pancev e Bergkamp si lamentano, e, come se non bastasse, i "vecchi" campioni, come [[Walter Zenga]], rompono le palle. La situazione è ingovernabile, e a [[febbraio]] viene esonerato. Sarà quella interista la sua ultima esperienza in panchina. Ora, se lo volete rivedere, andate a [[Verona]], vicino all'arena, e vedrete un uomo, col basco, con la faccia incazzata, che parla di calcio. È lui, Bagnoli, maestro del... ecco... vabbè, maestro.
 
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