Nonsource:Dizionario accademico: differenze tra le versioni

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:<span style="color:blue; font-size: 200%">'''<'''</span>Articolo principale: '''[[Università]]'''
 
== Amplissimo ==
 
Aggettivo che si suole accompagnare alla qualifica di Preside. Per la sua etimologia vedere la voce [[{{FULLPAGENAME}}#Magnifico|Magnifico]]
 
 
== Borsa Post Dottorato ==
 
Termine medico con il quale viene indicato un particolare tipo di neoformazione benigna, di regola bilaterale e a decorso cronico, caratterizzata da una rilevante tumefazione dovuta ad accumulo sottocutaneo di liquidi e sostanze lipidiche, e che si manifesta prevalentemente in due precise zone del corpo: sotto le palpebre inferiori e nella parte bassa delle [[culo|natiche]]. La scienza medica concorda nel ritenere che sia la conseguenza di lunghe ore di studio specialistico [[università|universitario]], effettuato a tavolino e associato all'assenza di una sana attività fisica. Riconosciuta recentemente come malattia sociale può determinare, su domanda, l’assegnazione di un sussidio economico quadriennale, rinnovabile per un altro quadriennio, a carico del bilancio dell’[[università]].
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== Chiarissimo ==
 
Aggettivo che si suole accompagnare alla qualifica di [[Professore]]. Per la sua etimologia vedere la voce [[{{FULLPAGENAME}}#Magnifico|Magnifico]]
 
 
== Cineca ==
 
Termine di etimologia e significato incerto talvolta utilizzato negli ambienti accademici. Si discute se in origine fosse riferito a una associazione di amanti del [[cinema]] o di amanti dei [[cane|cani]]. Questa seconda ipotesi sembra confermata da più circostanze: per un verso dai rilevanti e già evidenziati rapporti tra i cani e i dogmi (vedere Dog-matica, Dog-ma) utilizzati dalla scienza universitaria (da ciò l’equivalenza: amanti dei cani = amanti dei dogmi), per un altro, dal fatto che il termine cineca viene talvolta utilizzato accanto al termine MIUR, il cui significato è questa volta inequivocabilmente ricollegato a una nota associazione di amanti dei [[gatto|gatti]]: la parola MIUR che denomina la associazione predetta è stata scelta in quanto possiede evidenti connotati onomatopeici: richiama efficacemente, infatti, il delicato miagolio di un gatto che fa le fusa.
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== Consiglio di dipartimento ==
 
Suggerimento caloroso e insistente finalizzato a produrre, nella persona consigliata, l’effetto di un irrefrenabile impulso a partire, a viaggiare, ad abbandonare la [[vita]] di tutti i giorni, ad aprirsi a nuove avventure, ada uscire dalla routine quotidiana.
Non sempre finalizzato a scopi filantropici, talvolta il consiglio di dipartimento, quando proveniente da un nemico o da un finto amico, è finalizzato a rafforzare più o meno latenti propositi suicidi. In tal caso potrebbe assumere rilievo penale ex art. 580 c.p..
 
 
== Consiglio di Facoltà ==
 
Organo collegiale caratterizzato dal convergere di una pluralità di individui connotati da specifiche e diverse capacità o facoltà. Fra le facoltà più rappresentative del suddetto organo si distingue soprattutto la facoltà di rompere le scatole agli altri componenti del consiglio (definita con il termine facoltà orchiclastica; dai termini greci: ὄρχις- testicolo / κλάω - rompere ) nella quale taluni soggetti (denominati, appunto, orchiclasti) manifestano precipue doti di insuperata eccellenza.
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== Corpo docente (Corpo accademico) ==
Espressioni che manifestano inequivocabilmente una concezione “organicistica” della docenza universitaria e la convinzione che i singoli [[professore|professori]] non sono che parte di un unico organismo dotato di una sua identità e di una sua [[vita autonoma]].
Come è noto, il termine “organicismo” indica una dottrina che vanta origini antiche: era originariamente utilizzato per esprimere l’[[idea]] che l’universo sia un grande organismo (idea che si presenta già in [[Anassagora]] come concezione finalistica in opposizione al meccanicismo atomistico). [[Platone]] poi, nel Timeo e nella Repubblica riprende l’idea applicandola anche alla società, pensata in analogia con le parti del corpo umano. Le idee di Platone, attraverso il pensiero rinascimentale (Ficino, Bruno, Campanella) arrivano poi a influenzare la filosofia della natura di Schelling e, in generale, i romantici.
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== Credito formativo ==
 
Concetto di difficilissima definizione e di incerto contenuto che ha sollecitato gli sforzi analitici della migliore [[scienza]] accademica.
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== Cultore della materia ==
 
Figura di accademico pentito abbastanza diffusa.
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== Dogmatica, Dogma ==
Termine particolarmente diffuso in certi settori dell’accademia, la parola dogmatica (ad es.: “dogmatica filosofica”, “dogmatica giuridica”) può essere pienamente compresa se si parte dall’analisi della parola “dogma”, dalla quale deriva, e relativamente alla quale si ritiene opportuno rimandare alla insuperata e illuminante definizione e spiegazione che di quest’ultimo termine ha dato una illustre studiosa che ci ha preceduto in indagini simili alla presente (cfr. Maria Sebregondi, Etimologiario, Longanesi, 1988):
 
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== Magnifico ==
 
Aggettivo che si suole accompagnare alla qualifica di Rettore. Analogamente, avviene per la qualifica di Preside (in questo caso l’aggettivo, anche se meno spesso usato, è “Amplissimo”) e per quella di Professore (in questo caso l’aggettivo è “Chiarissimo”).<br />
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== Monografia ==
 
Oggetto costituente l’esito finale di una particolare forma di demenza riconducibile alla categoria delle monomanie ossessivo compulsive e consistente nello scrivere ripetutamente lo stesso segno grafico o nel ripetere ossessivamente un concetto, che si potrebbe esprimere in poche parole, riempiendo invece pagine su pagine (c.d. sindrome monografomaniacale). Il numero di pagine della monografia è direttamente proporzionale al grado di gravità della patologia in parola.
Secondo i più accreditati lavori scientifici la soglia di allarme dovrebbe scattare non appena si superi il centinaio di pagine. Il superamento di trecento pagine suggerirebbe la sottoposizione dell’autore dello scritto a un trattamento sanitario obbligatorio.
Caratteristica precipua degli affetti da questo tipo di follia è la tendenza aad associarsi fra loro e a scambiarsi reciproci segni di riconoscimento e apprezzamento. Queste forme patologiche di associazione sogliono essere definite dalla scienza psichiatrica con il termine “accademenza” (scherzoso termine di sintesi che vuole esprimere, in un’unica parola, l’ accentuata demenza di chi non capisce un acca).
Da ciò deriva l’uso di definire la monografia anche con l’espressione “lavoro accademico”.
 
;Nota del curatore:''Anche se si è convinti che il contenuto della presente voce contenga un fondo di [[verità]], va sottolineato che l’autore della voce predetta potrebbe avere esagerato e generalizzato eccessivamente: verosimilmente mosso da un deprecabile sentimento di invidia verso gli autori di monografie. Successivamente alla diffusione di questa voce è stato, infatti, accertato che l’autore della voce in questione risulterebbe anche lui affetto da una patologia mentale, ma di segno opposto: e cioè dalla cosiddetta sindrome agrafica, che blocca ogni sforzo diretto a tradurre in forma scritta un qualunque pensiero. Questa sindrome, definita anche sindrome di Bartleby (personaggio protagonista di uno splendido racconto di Melville, il quale, a ogni sollecitazione diretta a ottenere da lui un qualunque comportamento attivo, rispondeva “avrei preferenza di no”) è stata ampiamente studiata e approfondita in un pregevole lavoro di Enrique Vila-Matas, “Bartleby y compañía”, trad. it. “ Bartleby e compagnia”, Feltrinelli, 2000, al quale si rinvia per approfondimenti.''
 
== Professore a tempo pieno ==
Altra qualifica accademica di incerta interpretazione.
Sulla premessa, pacificamente accettata, che si tratti di qualifica necessariamente contrapposta a un’altra e che, di conseguenza, si tratti di uno dei poli di una coppia concettuale, si discute accanitamente sulla [[natura]] dell’altro polo: elemento la cui identificazione e definizione assume importanza essenziale anche ai fini della comprensione della qualifica che ci interessa. Nel dibattito sull’argomento sono state individuate soprattutto le seguenti possibili coppie concettuali:
 
== Professore a tempo pieno vs. Professore a tempo vuoto ==
L’origine di questa contrapposizione viene ritenuta dai più di scarso pregio scientifico in quanto deriverebbe presumibilmente da una suggestione letteraria (pare quasi ovvio sottolineare che, secondo i rigorosi parametri della scienza accademica, la letteratura è ritenuta di scarsissimo valore euristico e sistematico). Si concorda nell’identificare tale fonte letteraria in una poesia di [[Eugenio Montale]] (peraltro assai poco seria, confusa e scarsamente rispettosa del ruolo accademico) che si riporta qui di seguito solo per mero dovere di completezza.
 
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== Professore a tempo pieno vs. Professore a tempo definito ==
Si tratta di una coppia concettuale di maggior pregio scientifico sia perché espressamente considerata nella legislazione vigente sia perché la distinzione fra le due figure sarebbe facilmente attuabile utilizzando le conoscenze proprie della scienza medica.
Ed invero la qualifica di “professore a tempo pieno” spetta di diritto al professore che abbia ottenuto, ai fini della assunzione in servizio, il prescritto certificato di sana e robusta costituzione fisica. La qualifica di “professore a tempo definito” andrebbe attribuita, invece, al docente che durante la prestazione del servizio venga trovato affetto (previo rigoroso accertamento di apposita commissione medica) da una patologia talmente grave da comportare una aspettativa di vita non superiore ada un anno (si discute però se debba trattarsi di anno solare o di anno accademico). Dal punto di vista dello status giuridico la attribuzione della qualifica di “professore a tempo definito” comporta ovviamente un alleggerimento degli obblighi didattici e una corrispondente riduzione dello stipendio.
 
 
== Professore straordinario ==
 
Titolo accademico dalle origini incerte e controverse.
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Secondo taluni il termine starebbe a sottolineare uno stato di grazia nel rapporto fra il docente e la materia da lui insegnata, simile a chi ha appena conquistato la [[donna]] amata e si trova a vivere con lei le fasi esaltanti e piene di gioia dell’innamoramento che si trasforma in amore pienamente appagato. La similitudine con una precisa fase del rapporto amoroso (fase che, come è noto, non dura a lungo, essendo destinata a trasformarsi inevitabilmente in un rapporto più routinario) sarebbe confermata dalla circostanza che anche lo stato di professore straordinario non dura più di tre anni e che successivamente il docente interessato si trasforma inevitabilmente nella più prosaica figura del “professore ordinario”. Sarebbero comportamenti tipici di questo stato di grazia: una attività didattica intensa ed entusiastica se non addirittura frenetica; una partecipazione attiva e continua a convegni scientifici; una nutrita serie di pubblicazioni fra le quali spicca di regola anche un lavoro monografico (si veda la voce “monografia” di questo stesso dizionario) che confermerebbe lo stato di eccitazione emotiva, al limite del delirio, di questa figura di docente che, appunto per tale ragione, verrebbe qualificato “straordinario”. Si tratterebbe di una situazione esaltante ma, nello stesso tempo, forse estremamente stressante; ciò potrebbe spiegare lo strano paradosso – che si verifica puntualmente nella realtà – per il quale, alla fine, il professore straordinario chiede che la sua qualifica sia modificata in quella di “professore ordinario”.
 
Secondo una più pessimistica scuola di pensiero, decisamente minoritaria, la tesi dello “stato di grazia” di cui si è appena parlato sarebbe nient’altro che una fola per gli ingenui, una mistificante copertura (una sorta di illusione della māyā di schopenaueriana memoria) volta a mascherare la circostanza che la disciplina legislativa relativa allo status di professore straordinario sarebbe del tutto paradossale e incomprensibile. In questa prospettiva viene sottolineato come la legge preveda che il titolo di professore straordinario venga conseguito in base ada un giudizio che dichiara la “piena idoneità” all’insegnamento del candidato aspirante a tale qualifica, piena idoneità che deve essere dedotta dagli studi precedenti e dai lavori pubblicati. E tuttavia questo giudizio sarebbe comunque espressione di una sorta di semiplena jurisdictio in quanto deve essere confermato da una diversa commissione giudicatrice a distanza di tre anni dal giudizio della prima. La meta raggiunta attraverso la nomina a professore viene, così, sostanzialmente dimezzata, la piena idoneità all’insegnamento dichiarata dalla prima commissione viene di fatto messa in dubbio, il candidato vincitore si trova in uno stato di sospensione destinato a rovinargli la vita per un triennio. Non uno stato di grazia, ma la paura di non essere confermato nel giudizio espresso dalla prima commissione, starebbe a fondamento dell’impegno (appunto: “straordinario”) che caratterizza le attività del primo triennio da professore (come già accennato: una attività didattica intensa e frenetica; una partecipazione attiva e continua, se non addirittura ossessiva, a convegni scientifici; una nutrita serie di pubblicazioni fra le quali spicca di regola anche un lavoro monografico). Il fondo di sostanziale sadismo che caratterizzerebbe la disciplina legislativa relativa allo status di professore “straordinario” sarebbe ulteriormente confermato, a detta della scuola di pensiero di cui si parla, anche da alcune conseguenze economiche e di carriera che accompagnano la nomina, e che evidenziano chiaramente la volontà di assicurarsi (per almeno tre anni) un lavoro “straordinario” e sottopagato. Ed invero, in tale periodo il riconoscimento dei servizi pre – ruolo viene negato e lo stipendio (spesso inferiore a quello già percepito nel ruolo precedente) viene bloccato. Ciò spiegherebbe il paradosso che l’ottimistica tesi dello “stato di grazia” non riesce a spiegare adeguatamente: la circostanza, cioè, che tutti i professori straordinari vedano come una meta ambita la trasformazione della loro qualifica in quella di professore “ordinario”.
 
 
== Raggruppamento scientifico disciplinare ==
Etichetta collettiva finalizzata a fornire una – per molti aspetti illusoria – identità a chi è entrato a fare parte dell’accademia.<br />
E’ infatti noto come l’attività di ricerca scientifica porti con sé il rischio di spaesamenti, di fughe dalla realtà, di momenti onirici o deliranti che talvolta possono portare a una totale perdita di identità.
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In altre occasioni il potere “evocativo” della sigla sembra trascendere del tutto la sua originaria funzione (è il caso della sigla SECS, utilizzata per indicare le Scienze EConomico-Statistiche, spesso associata a pruriginose fantasie sulle attività extrascientifiche dei docenti universitari).
 
== Voci correlate ==
*[[Università]]
*[[Professore]]
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[[Categoria:Università]]
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[[Categoria:Università]]
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