Miguel de Cervantes: differenze tra le versioni

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== Infanzia ==
 
Miguel de Cervantes nacque ad Alcalà de Henares. I genitori erano entrambi [[minatore|minatori,]] e gestivano una piccola miniera per la verità poco fruttuosa: una famiglia di modesta estrazione, insomma.<br />Quando Miguelito aveva appena cinque anni successe una disgrazia: la miniera crollò e seppellì sotto le macerie suo padre e un trans che inspiegabilmente si trovavanotrovava lì dentro assieme. Miguel reagì al dolore rifugiandosi nella [[letteratura]]: appartengono a questo periodo le composizioni poetiche ''Ode al transessuale platinato affogato nella rena'' e ''Miniera di merda''.<br />[[File:Cervantes in mutande.jpg|thumb|250px|Quando si dice la dura vita degli uomini di lettere...]]La madre invece fece spallucce, raccattò i pochi averi e assieme al figlio si spostò da una città all'altra con la sua bancarella di sassi dipinti con le facce dei divi di [[Hollywood]]: un'attività che stenterebbe oggi, figuriamoci allora che Hollywood manco esisteva.
 
Dopo un disperato vagabondaggio tra [[Valladolid]], [[Cordoba|Cordova]] e [[Salamanca]], la famiglia prese alloggio in un [[motel]]. Alla [[vedova]] Cervantes non restava che una soluzione: piazzare gli organi del proprio figlio al mercato nero. Si tratta di una decisione straziante ma quasi accettabile, se solo la donna si fosse limitata a prendere organi di secondaria importanza, tipo le [[adenoidi]] o le [[tonsille]].<br />Quella stessa notte Miguel, con una ferita al fianco e un [[rene]] di meno, fu visto scappare dalla stanza dell'hotel in preda al panico. La scena del bambino sanguinante e arrancante (con un rene di meno non si può fare molto moto) e della donna che lo inseguiva con un [[coltello]] da cucina in mano intimandogli di restituirle i suoi organi restò fortemente impressa nell'immaginario collettivo dei cittadini, tanto che la leggenda dell'''Urlatore di Salamanca'' è ancor oggi fonte di discussione tra gli avvinazzati frequentatori di bar della città.
 
Dopo aver seminato colei che gli aveva dato la [[vita]] e aveva tutta l'intenzione di riprendersela, Miguel si mise a fare {{citnec|il lavoro più antico del mondo}}: l'[[autostop]].<br />Al suo appello di [[aiuto]] rispose solo un carrettiere diretto a [[Siviglia]], che lo scaricò davanti al [[collegio]] dei [[gesuiti]], che da sempre accolgono con amore i ragazzini bisognosi o avvenenti.<br />In collegio a Miguel venne fornita la formazione accademica che gli era sempre mancata, e il giovane si rituffò nella composizione di liriche in cui tornò ad analizzare i dolori passati e mai del tutto superati: tra le più indicative citiamo ''Zampillando come un maiale sgozzato'', ''I travagli di chi ha una madre stronza'' e la struggente ''Un giorno piscerò sulla tua tomba, troia!''
 
== La [[battaglia di Lepanto]] e il rapimento ==