Lucia Annunziata: differenze tra le versioni

m
nessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
mNessun oggetto della modifica
Riga 10:
Nata a termine da parto eutocico, Lucia è una bimba come tutte le altre, forse anche più bella e più buona delle altre. Un giorno, all'età di due anni, dopo una ciucciata di rara potenza, ingoia la tettarella del [[biberon]], che va ad incastrarsi proprio tra [[esofago]] e [[trachea]]. I più eminenti esperti di [[otorinolaringoiatria]] non riescono a venire a capo di questo problema, né farmacologicamente, né chirurgicamente. Per conseguenza la piccola Annunziata si esprimerà per sempre con un timbro vocale identico a quello tipico di un essere perennemente [[raffreddore|raffreddato]], che se da una parte la rende bersaglio di ogni genere di sfottò<ref>[[Neologismo]] derivato dal [[francese]] ''sfotteau''.</ref>, dall'altra incute timore nei suoi antagonisti. Se a ciò si aggiunge la tipica cadenza [[campania|campana]], il risultato è una parlata gutturale difficilmente imitabile.
 
Dopo aver conseguito la [[laurea]] in [[filosofia]] con una [[tesi di laurea|tesi]] intitolata ''Il kobra non è un serpente, ma un pensiero frequente che diventa indecente'', viene confinata nel lembo di [[Sardegna]] più [[Africa|meridionale]] e [[esercito|militarizzato]], Teulada. Qui, tra proiettili vaganti, [[mina antiuomo|mine antiuomo]], [[abigeato]] [[pecora|ovino]] e [[anonima sarda|sequestri di persona]] tira a campare insegnando, forse [[Italiano]], nella locale [[scuola media]]. Compito facile, considerato che gli alunni, già inquadrati militarmente a casa, si comportano a scuola come in una [[caserma]], quindi niente [[casino]], [[sciopero|scioperi]] o [[manifestazione studentesca|manifestazioni studentesche]]. Una pacchia per la giovane Lucia, geneticamente ispirata dalla più ferrea [[comunismo|ideologia rossa]] e dall'inossidabile disciplina dell'[[Unione sovietica]], dettatale da [[Stalin]] in sogno.
[[File:Lucia Annunziata con occhiali.jpg|right|thumb|250px|Lucia Annunziata legge questa pagina, e non le piace per niente.]]
Le prime collaborazioni giornalistiche, con [[Il Manifesto]] prima e con [[La Repubblica]] poi, la vedono impegnata su fronti caldi come la [[rivoluzione]] [[sandinista]] in [[Nicaragua]], la [[guerra]] civile nel [[El Salvador|Salvador]], l'[[esportare democrazia|esportazione democratica]] [[Stati Uniti d'America|statiunitense]] a [[Grenada]], la caduta di Baby Doc Duvalier ad [[Haiti]], e per non farsi mancare niente, un bel [[terremoto]] in [[Messico]]. La gavetta sarda ne ha senza dubbio temprato il carattere e rafforzato la personalità: al suo ritorno in [[Italia]], confida a [[Rossana Rossanda]]: {{Quote|In gentro Ameriga, ∫ai ghe noia! A Deulada ri∫ghiavi la vida eggome, anghe ∫olo ber addraver∫are la ∫drada...}} {{Quote|Eh?}} Questa la risposta della Rossanda, che rifletteva tra sé: {{Quote2|Scrivi {{censura|quasi}} meglio di me ma parli da [[culo]]!}}