Licio Gelli: differenze tra le versioni

Nessun cambiamento nella dimensione ,  12 anni fa
m
Riga 54:
Un giorno che si era svegliato male, Gelli sbagliò clamorosamente una soffiata alla [[guardia di finanza|finanza]], che finì per perquisire una delle sue ville. Lì trovarono una parte della lista dei massoni.
 
Licio scappò in [[Svizzera]], ma fu arrestato mentre cercava di estrarre una banconota da 500.000 dollari da un [[Bancomat]] a [[Ginevra]] e fu rinchiuso nella banca centrale di [[Lugano]].[[File:Licio Gelli arrestato.jpg|310px|thumb|right|Gelli arrestato mentre bazzicava coi Nove, anche allora non parve preoccupato.]] Riuscì ad evadere coprendo gli occhi delle guardie giurate con banconote di grosso taglio. Dal Sud America organizzò la sua ultima cena coi compagni muratori. Alla cerimonia c'erano tutti i confratelli: [[Gervaso]], [[Cicchitto]], [[Amato]], [[Cosentino]], [[Alighiero Noschese]] che tanto aveva appreso dal venerabile dell'arte del [[travestismo]], [[Duillio Poggiolini]], [[Malgioglio]] e [[Mario Monti]]<ref>Da non credere dite? Infatti era uno scherzo, Malgioglio non c'era.</ref>, tutti personaggi che in seguito si riciclarono nella politica e nello spettacolo a seconda di dove avevano mostrato maggior inefficienza. Con la simbolica mazzata nei coglioni e tramite la tradizionale candela accesa nel culo i confratelli fecero capire a Licio che egli stesso doveva agire da [[capro espiatorio]]. Gelli si costituì e come da programma gli furono imputati i più gravi capi d'accusa: depistaggio aggravato a [[Cogne]], la morte di [[Calvi]], la morte di [[Sindona]], la non morte di [[Fassino]], la nascita di Berlusconi, [[bancarotta fraudolenta]] (che è una cosa molto porca), la vicenda [[Gladio]], il caso [[Ustica]], la diga del [[Vajont]], i rapimenti alieni, il [[genocidio in Ruanda]] e già che c'erano anche l'omicidio [[Pasolini]]. Fu stabilito inoltre che fu lui a divertirsi con la [[lancia di Longino|lancia]] a punzecchiare il costato di nostroNostro signoreSignore [[Gesù]].
 
Considerata però la sua credibilità, la sua integrità morale ma sopratutto i documenti compromettenti che aveva a pagina 45 del suo taccuino, il giudice lo lasciò libero sulla parola. Gelli fu di parola e ovviamente fuggì.
0

contributi