Letteratura italiana: differenze tra le versioni

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=== Diffusione ===
 
la letteratura Italiana ( O Itagliana, secondo la traduzione Truzza) ebbe maggior diffusione a Firenze e nel meridione, mentre nel resto d'ItlaiaItalia si parlava ancora dialetti africani appena appena più evoluti dei gerghi fanciulleschi. Soprattuto Firenze, famosa per i suoi bordelli, divenne la culla della letteratura italica, ees i suoi più grandi esponenti delle lettere Italiane ebbero i loro natali proprio in questa città, da Dante Alighieri a Tonio Cartonio.
 
Le maggiori opere le si ebbero durante il XV secolo, grazie soprattutto a quel pazzoide di Torquato Tasso ( o Puzzola, fa lo stesso) e Matteo Maria Boiardo (inventore del famoso motto "Boia chi molla"). Grandi pensatori del sud diedero alla luce opere indimenticabili, da ''De altrium cogliones roptura'' di Gigi Marzullo al ''Un giorno a Napoli'' di Gigi d'Alessio, che fu anche prolifico cantante prima di uscire fuori di senno appresso alla Tatangelo.
 
=== Stili più diffusi ===
 
Durante il periodo che va dal XV al XVII secolo, indiscutibilmente il periodo più prolifico per i letterati italgianiitaliani, ci si ispriòispirò principalmente a due filoni letterari:
 
'''La scuola di Palermo uscita est''' caratterizzato da un continuo evocare empirico del sesso in soggetti complessati;
 
'''Il dolce Stil culeo''' sicuramente più diffuso, in cui un linguaggio aulico si univa al messaggio semiserio e dissacrante. Artisti di spicco di tale movimento furono Dante Alighieri, Giovanni Boccaccia mia perchè non te stai zitta
e Luca Laurenti, di cui ricordiamo ''L'ombra di San Paolo'' e ''La bavosa liberata''.{{incostruzione}}
 
Ben presto anche i poeti stranieri cominciarono a studiare l'alfabeto e a capire che se riuscivano a sforzarsi abbastanza potevano inventare storielle piacevoli. Tuttavia la letteratura italiana continuò a surclassare quelle straniere, mentre le più grandi menti della penisola sfornavano versi e sonetti a iosa. Vanno ricordati i due illustri poeti Calabresi Primo Tacente e Bonifacio Ignotito, famosi per le loro poesi futuristiche che già prevedevano un ampio uso della parola fine a sè stessa, senza badare al concetto concreto da esprimere. Un esempio lampante sono i versi composti da Tacente:
 
<poem> Nulla seppi mai e nulla saccio
</poem>.
Ancora oggi lasciano trasparire tutta la drammaticità espressiva e la modernità linguistica. {{incostruzione}}
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