Leo Longanesi: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Tutto ciò che non so l'ho imparato a scuola!|Leo Longanesi ammette di essere un [[secchione]].}}
 
Nel [[1911]] la famiglia si trasferisce a [[Bologna]]. I genitori preparano un radioso avvenire per il loro unico figlio Leo: in [[barba]] alla sua vocazione di [[disegnatore]], che esprimeva con una serie di creazioni oggi considerate [[fumetto erotico]] ''ante litteram'', gli impongono gli [[liceo|studi liceali]] forzati e l'apprendimento coatto del [[Francese (lingua)|francese]]. Volevano che gli venisse la [[erre moscia]], che sarebbe stata un segno d'alto lignaggio, un lasciapassare imbattibile per l'ingresso nell'élite dei maggiorenti bolognesi, nella [[massoneria]] e nella [[Happy Days|loggia del leopardo]]. All'età di quindici anni inizia il periodo delle autoproduzioni alternative antagoniste creando il suo primo foglio stampato, ''Il Marchese'', un [[panegirico]] sul [[ciclo mestruale]], la cui comparsa in una coetanea con cui era [[sesso|andato in camporella]] l'aveva salvato dal diventare padre anzitempo. Ad esso seguono altre [[fanzine|fanzines]] che riscuotono un certo successo presso i vicini di casa di via Irnerio. Dopo il liceo, si iscrive alla facoltà di [[giurisprudenza]], con l'intenzione, una volta [[avvocato]], di farla pagare cara ai genitori, rei di avergli rovinato la [[pronuncia]] con lo studio coercitivo di una lingua che lo faceva passare per [[frocio]] e non per [[macho]].
 
== Gli anni del [[fascismo]] ==
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