L'inno del corpo sciolto: differenze tra le versioni

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{{Incostruzione|Deadpoolita}}
[[File:Benigni in Berlinguer ti voglio bene.jpg|right|300px|thumb|Il Generale in un campo intento a mettere in atto i comandamenti dettati da "L'inno".]]
"'''L'inno del corpo sciolto'''" fu la canzone adottata come [[inno nazionale]] italiano durante il cosiddetto "Governo Benigni" ([[1979]]-[[1982]]) come affermazione del governo dittatoriale di stampo scomunista instaurato. Esso è comunemente considerato come l'apologia dell'ormai aggravata comicità degenerativa del generale [[Roberto Benigni|Robert Benigni]], nonostante alcuni critici affermino quanto sia ammirabile nella sua "profondità e quotidianità, nel suo sforzo umano che conduce all'estasi, alla purificazione del corpo, corpo che è visto come tempio dell'anima".
 
Si inserisce al livello culturale tra "Bandiera Rossa" e "Faccetta nera", benché {{citnec|superi entrambe per profondità dei contenuti}}.
 
== Analisi del testo==
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la reazione è strana
perché cacare soprattutto è cosa umana.}}
L'inno prosegue, cercando di rompere il ghiaccio con gli ascoltatori più sensibili e turbabili da argomenti gravosi quali la defecazione, notando come l'atto escretorio sia in realtà parte della realtà quotidiana. Motivi politici, però, si nascondevano dietro questa facciata di gentilezza: difatti, per un Atto emesso nel giugno del 1980, per iscriversi al Partito era necessario portare un chilo di escrementi freschi di giornata auto-prodotti, concetto che verrà ribadito più avanti nello stesso inno.
{{Quote2|Noi ci si svegliamo e dalla mattina
il corpo sogna sulla latrina
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brutti e schifosi
ma son soltanto degli stitici gelosi}}
Una non troppo velata denuncia contro i nemici del partito è qui introdotta, sminuendo al livello pubblico chi andava contro il Partito ed i suoi ideali, additandolo come un moralista ed uno schifiltoso.
{{Quote2|ma il corpo è lieto
lo sguardo è puro
noi siamo quelli che han cacato di sicuro.}}
In contrapposizione alla critica di prima, è invece esalato l'uomo di Partito, il quale nel suo coraggioso confronto con le impurità interiori ne trae godimento e ne emerge rinnovato, purificato.
 
{{Quote2|Pulirsi il culo dà gioie infinite
con foglie di zucca di bietola o di vite}}
In contrasto con il decadentismo dell'800, che voleva la Natura come nemica dell'uomo, abbiamo qui invece una Natura amica, una Natura che supporta l'uomo e prolunga il piacere ben oltre l'atto di liberazione vero e proprio.
{{Quote2|quindi cacate
perch'è dimostrato
ci si pulisce il culo dopo aver cacato.}}
Arriviamo qui ad un punto cruciale della composizione: difatti, così com'è inutile "fasciarsi la testa prima di essersela rotta" (e che è inoltre un particolare importante che distingue i membri del Partito dai fascisti, i quali, per definizione, fasciano tutto a prescindere), è inutile pulirsi il culo prima di aver cacato. Si nasconde, dietro, a queste parole, anche un altro significato, ben più oscuro: è inutile sperare di godere del piacere della pulizia anale prima di essere diventati membri cacanti del Partito.
 
{{Quote2|Evviva i cessi
sian benedetti
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