→Da poltrone a scalda poltrone
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Grazie alla sua attività di "avvocato", Buchanan mise insieme un gran bel [[tesoretto]], ma il lavoro stava diventando un po' troppo stressante, anche perché i suoi sottoposti erano stufi di fare gli schiavi per lui, così prima che la patata bollente gli cascasse tra le mani, chiuse il suo studio legale, licenziò tutti e si comprò una poltrona alla Camera dei Rappresentanti della Pennsylvania; in seguito decise di comprarsi un poltrona più comoda al [[Congresso]] degli [[Stati Uniti]]. Notato dall'allora presidente [[Andrew Jackson]], Buchanan venne spedito in [[Russia]] come [[ambasciatore]]; il Presidente infatti non sopportava di vederlo dormire durante le assemblee e sperava che l'esilio lo svegliasse un po' (esattamente come fece con [[Martin Van Buren]]), ma purtroppo la terapia non ebbe effetto e come se non bastasse al suo rientro il presidente in carica [[James Knox Polk]], non conoscendolo, decise di nominarlo [[Segretario di Stato]]. Quando poi si accorse della cazzata che aveva fatto, lo spedì come un missile a fare di nuovo l'ambasciatore, ma questa volta a [[Londra]], sperando che ci morisse del tutto.
Verso la fine del mandato di [[Franklin Pierce]], James Buchanan ritornò in [[patria]] e qui trovò il suo paese sull'orlo della [[guerra di secessione]]
==L'elezione e la presidenza==
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