Ivrea: differenze tra le versioni

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A loro volta i “carristi”, coperti da caschi agghiaccianti, scagliano i loro dardi sulla massa informe come allucinati. È una scena ancestrale e al tempo stesso ipnotica, quella del combattente su carro che dalle cassette prende arance con entrambe le mani e le tira alternatamente su quelli di sotto i quali estraggono le arance dalle sacche che tengono a tracolla e, riparandosi la [[testa]] con un braccio, tirano con l’altra mano contro gli orripilanti caschi dei [[carristi]], non riuscendoli a colpire altrove. Possono anche raccoglierle da terra, in mezzo alla fanghiglia arancione che ben presto comincia a salire o, se particolarmente abili, prenderle al volo e ritirargliele dietro. Convenzionalmente, si tenta di non colpire i [[cavallo|cavalli]] che, come i due conducenti del carro, che fanno ogni volta il giro della piazza terrorizzati e ingobbiti sotto i doppi cappotti e i cappelli corazzati, in teoria dovrebbero essere neutrali. Ma nella [[orgia|mischia]], è risaputo, una botta ti può sempre arrivare, e i cocchieri sopportano mentre i cavalli s’incazzano. Se poi si mettono a scagliare arance anche gli spettatori a incazzarsi sono un po’ tutti e finisce in [[rivoluzione inglese|guerra civile]].
[[File:Scena carnevale di Ivrea 3.jpg|left|thumb|300px|La battagliatristezza dei combattimenti nella piazza del Rondolino il mitico "parcheggio", dove i Mercenari si divertono talmente tanto da“Mercenari” non averhanno nemmeno bisogno di avere tutti la stessa divisa.]]
 
Al termine del conflitto gli ''aranceri'' sono lordi di arance maciullate e resi irriconoscibili dagli occhi gonfi e dalla [[cervello|poltiglia cerebrale]] che cola tra i capelli, soprattutto quelli a terra, che essendo poveri sono privi di protezioni, mentre quelli sui carri si levano l’elmo, si guardano negli occhi sudati ed esausti e infine, sportivamente, si sporgono dal carro e stringono la mano agli avversari. Poi si va tutti insieme al bar a bersi una [[spremuta]].