Intolleranza alimentare: differenze tra le versioni

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Il test d'eccellenza per scoprire eventuali intolleranze consiste fondamentalmente nell'inserire il cibo da esaminare direttamente nell'[[ano]] della paziente. Se nel farlo essa dichiara una sensazione come di piccolo disturbo, fastidio o bruciore ecco che si potrà affermare con certezza che è intollerante a quel dato alimento.
 
[[Immagine:Banda_bassotti.jpg‎|left|thumb|250px|Tre naturopati vestiti di tutto punto festeggiano il conseguimento della laurea, appena acquistata su internet da un'[[bordello|università]] di [[Andokazzostan|Trinidad e Tobago]]]]Purtroppo recentemente vari detrattori stanno mettendo in discussione la veridicità di tale test basato sulla [[sodomia|penetrazione anale]]. Infatti essi hanno sottolineato come spesso i risultati siano un po' troppo simili ed uniformi tra le diverse pazienti. Questi disfattisti hanno messo l'accento sul fatto che tutte le donne risultano essere intolleranti (condizione ben capibile dalle [[dolore|smorfie che fanno]]) alle angurie e ai meloni, mentre praticamente nessuna sembra esserlo ad alimenti quali pistacchi, mirtilli o noccioline. Inoltre essi hanno anche fatto notare che parecchie pazienti si mostravano tolleranti (anzi, veramente '''molto tolleranti''', tanto da supplicare di lasciarglieli dentro ancora un po' e, magari, di muoverli pure in su e in giù) a cibi normalmente considerati pesanti, come il cotechino, il salame cacciatorino e, persino, la zampone di [[Modena]].
Alla luce di questi fatti la comunità scientifica è rimasta piuttosto interdetta e confusa: valle un po' a capire le [[donne]]!
 
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