Inti-Illimani: differenze tra le versioni

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Come fu non si sa, ma lo zio di [[Isabel Allende]] (questo è uno [[scoop]] perché lei, molto riservata, non parla mai dell'illustre parentela) vince le elezioni e, per la prima volta in [[Sudamerica]], un partito di [[sinistra]] ha l'opportunità di governare.
Gli Inti-Illimani, ispirati dalle letture rafazzonate dei Quaderni di [[Gramsci]] tradotti in Quechuo, celebrano l'inaspettata vittoria con una canzone semplice semplice, ma che parla al cuore della gente: ''El pueblo unido jamàs serà vencido''.
 
E con il titolo, più qualche ''lalala'' disseminato sapientemente, hanno fatto anche il testo.
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[[File:Che Guevara Veltroni.jpg|right|thumb|250px|Veltroni quando combatteva contro il regime di Pinochet]]
Sebbene ignorati dal repulisti dei militari, decidono di imbarcarsi verso l'[[Europa]] spacciandosi per [[rifugiato politico|rifugiati politici]].
Sbarcati a [[Liverpool]], aldopo il primo accordo di chitarra vengono spediti a [[Parigi]] che, tempo una mezza strofa, li invita a rivolgersi altrove. [[Spagna]] e [[Portogallo]] stavano inguaiati peggio del [[Cile]], la [[Svizzera]] manco sapevano che esistesse, della [[Germania]] [[Nazismo|avevano sentito parlare male da giovani]], non restava che l'[[Italia]].
[[Qui]] vengono accolti con grida di giubilo dai [[comunisti]] di <s>cosa</s> casa nostra che, capeggiati dal giovanissimo ma già deciso [[Veltroni]], equivocano un'ode ruffiana con una cazzutissima canzone di lotta operaia, e li eleggono ''paladini della Resistenza cilena''.
Ai sei [[mammalucco|mammalucchi]] andini non sembra vera la fortuna che gli è toccata ad incontrare cotanti imbecilli e, dopo aver ringraziato la [[Madonna]] in ginocchio per avergli dato Pinochet e Veltroni, fanno andare le chitarre a tutto spiano nelle fabbriche, nelle scuole e nelle piazze di tutta Italia.
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