Indro Montanelli: differenze tra le versioni

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=== Infanzia e gioventù ===
Talento assai precoce, manifesta fin da giovanissimo la sua predisposizione per il [[giornalismo]]; scrivendo a soli 6 anni, durante un compito di [[grammatica]] a [[Squola|scuola]], il suo primo articolo, dal titolo ''"Il"'', seguito in rapida successione da altri graffianti pezzi come ''"Un"'', ''"Gli"'' e ''"La"''.<br/>
CaddeCade in [[depressione]] non appena accortosi di essere l'unico essere umano nell'[[universo]] a portare un nome del genere.<br/>
Condivise questo male per tutta la vita con il suo coetaneo [[Amintore Fanfani]].
 
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Durante la carriera universitaria Montanelli dimostra il proprio attivismo politico e sociale, partecipando alle attività di varie associazioni studentesche, quali ''"Manga Nello"'', circolo culturale che proponeva la lettura settimanale di [[Manga|fumetti giapponesi]] che narravano le gesta di giovani "duri e puri", ''"Spezzeremo i remi"'', gloriosa società di [[canottaggio]], e ''"Datevi all'ittica"'', importante associazione di [[Pescatore|pescatori]] e piscicoltori.
 
[[Studente]] brillante e sagace, riuscìriesce a conseguire la [[laurea]] con un anno di anticipo sugli studenti fuori corso, discutendo una [[Tesi di laurea|tesi]] sui poteri taumaturgici del [[Duce]].
Uscito dall'università, Indro Montanelli comincia la propria gavetta da giornalista di [[destra]], appiccando roghi davanti alle edicole e bruciandovi le copie de l'"[[Avanti!]]" e "[[l'Unità]]".
 
=== "il Giornale" ===
Ad un certo punto della sua carriera Montanelli decise di fondare un nuovo quotidiano. Passò così intere notti in bianco scervellandosi sul nome da dare alla nuova testata: dopo settimane di riflessioni<ref>E dopo aver valutato diversi nomi, da ''[[Umberto Eco|L'Eco di Umberto]]"'' a ''"[[il Resto del Carlino|il Resto del Cassiere]]"''.</ref> Indro optòopta per battezzare il giornale ''"il Giornale"''<ref>Non vi è dubbio che fosse un uomo dotato di grande fantasia e originalità.</ref>.<br/>
Questa scelta destò non pochi problemi agli [[italiani]], che da quel momento si videro costretti, onde evitare spiacevoli fraintendimenti, a specificare, ogniqualvolta si recassero in edicola, se per "il giornale" intendessero un quotidiano qualunque o nello specifico quello di Montanelli.
Questo stratagemma permise al quotidiano di Montanelli di vendere nei primi anni un numero sufficiente di copie per garantire il pagamento dei contributi [[INPS]] a tutti i membri della redazione.<br/>
 
Purtroppo però, ben presto tutti si accorsero del trucco e per "il Giornale" si aprì una fase di crisi, caratterizzata da una tiratura media di 15 copie al giorno, che Montanelli provvedeva di persona a consegnare in [[bicicletta]] a parenti e amici.
Purtroppo però, ben presto tutti si accorsero del trucco e per "il Giornale" si aprì una fase di crisi, caratterizzata da una tiratura media di 15 copie al giorno, che Montanelli provvedeva di persona a consegnare in [[bicicletta]] a parenti e amici. Notando come le pagine del suo quotidiano fossero ormai destinate ai più disparati utilizzi, dalla realizzazione di cappelli di [[carta]] per gli imbianchini alla composizione di lettere minatorie con i ritagli di parole o frasi tratte dagli articoli, fuorché alla lettura; Montanelli convenne che fosse giunta l'ora di cercare un'acquirente disposto a rilevare la proprietà del suo giornale e a ripianarne i [[Debito|debiti]]: nel [[1979]] la proprietà de "il Giornale" venne così messa all'[[asta]] insieme al relativo patrimonio immobiliare, consistente in una scrivania, uno sgabello, una macchina da scrivere e un fermacarte.<br/>
Ad aggiudicarsi l'asta fu un imprenditore [[Milano|milanese]], tale [[Silvio Berlusconi]], che rilevò "il Giornale" offrendo [[1000]] [[lire]] del [[Monopoli]] e un abbonamento al [[Milan]].
 
== Note ==