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→Il tentativo d'invasione della Savoia e il moto di Genova
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==Il tentativo d'invasione della Savoia e il moto di Genova==
Il fallimento del primo [[moto]] non fermò Mazzini, convinto che era il momento opportuno per replicare la [[figura di merda]] fatta pochi mesi prima. Si trovava a [[Ginevra]], quando assieme ad altri italiani, alcuni polacchi e a un cinese che vendeva gli orologi, organizzò un'azione militare contro lo stato dei [[Casa Savoia|Savoia]]. A capo della rivolta aveva messo il Generale Gerolamo Ramorino, che aveva già guidato alcune [[gita scolastica|gite scolastiche]] alcuni anni prima.
Ramorino tuttavia si era giocato i soldi della spedizione al [[videopoker]] e inventava le scuse più balorde per rimandare la spedizione (stanotte fa troppo freddo, la [[Luna]] non è nel segno dei Pesci, ho mal di testa, non ho portato il fucile, non sapevo dovessimo combattere, stasera si sposa mio cugino, ho
La spedizione venne infine fatta nel Febbraio del [[1834]], con 6 mesi di ritardo, tanto che quando le truppe si decisero a passare il confine con la Savoia, la [[polizia]] era già lì a limarsi le unghie da un bel pezzo:
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Tutti arrestati. Mazzini venne rilasciato poco dopo perché sulla base di come aveva organizzato quella spedizione venne riconosciuto parzialmente infermo di mente.
Nello stesso tempo doveva scoppiare una rivolta a [[Genova]], sotto la guida di Giuseppe Garibaldi, che si era arruolato nella marina da guerra sarda per viaggiare gratis sulle navi traghetto della [[Tirrenia]]. I soldati genovesi però, non volendoci rimettere i soldi dell'autobus, organizzarono uno [[scherzo|scherzone]] tremendo e non si presentarono. Quando giunse sul luogo dove avrebbe dovuto iniziare l'insurrezione Garibaldi non trovò nessuno e così, rimasto solo, dovette tornare indietro con
[[File:Sorelle Bandiera.jpg|thumb|left|250px|Le sorelle Bandiera, orfane dei loro fratelli.]]
Mazzini, invece, poiché aveva personalmente preso parte alla spedizione con Ramorino, fu espulso dalla Savoia, dalla [[Svizzera]] e da altri dodici stati presi a caso dalla cartina, e dovette cercare rifugio in [[Inghilterra]] sotto il falso nome di Jessica la Strappona.
Frattanto altri tentativi falliti si ebbero a [[Palermo]], in Lombardia, in Toscana, a Cecina, a Castelnuovo Berardenga e perfino a Caprera, dove i rivoluzionari vennero ricacciati da alcuni pastori a colpi di caciotte rafferme.
Il fallimento di tanti generosi sforzi e l'altissimo prezzo di sangue e formaggio pagato fecero attraversare a Mazzini una profonda pausa di riflessione che durò purtroppo solo 20 minuti e da cui uscì ancora convinto della validità dei propri ideali e soprattutto della propria attitudine ad organizzare le spedizioni.
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