Giovanni Bosco: differenze tra le versioni

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== Infanzia ==
Giovannino nacque in una delle cascine più cenciose della periferia di Castelnuovo d'Asti. Le famiglie contadine vivevano tutte in casupole misere, che spesso deficitavano persino del tetto. I Bosco erano i più sfigati di tutti: il tetto ce l'avevano, ma alla loro casa mancavano le pareti.<br />Energico ed esuberante, visse una fanciullezza tra gli stenti, un po' di pane di segale e le legnate del violento fratello Antonio, [[bastardo]]<ref>= "impuro".</ref> dal nome tipicamente meridionale, ragione di più per marcarlo come bastardo<ref>= "bastardo".</ref>.<br />Contrariamente a quanto si pensi Giovannino non fu sempre uno stinco di santo, anzi, [[Giovanni Verga|prometteva di riescire un fior di birbone]]: tra gli scherzi con la benzina al suo vecchio parroco e persecuzioni dei bambini più piccoli rischiò prima il riformatorio, poi il carcere minorile e infine il 41 bis.[[File:Genitore distratto e bimbo potenzialmente fulminato.jpg|thumb|375px|Non esistono foto ufficiali della prima infanzia di Giovanni Bosco, ma, se non altro, questa spiegherebbe il sogno dei 9 anni.]] Ma poi, durante un furto di bestiame, avvenne qualcosa: il cavallo dove stava seduto il piccolo avanzo di galera s'impennò dopo aver sgasato troppo bruscamente e lasciato i freni posteriori di scatto e Giovanni, cadendo, diede una craniata tanto forte che dovettero tirargli fuori la testa dalle spalle con un cavaturaccioli. Fu esattamente durante il coma che ne seguì che ebbe luogo quello che, secondo la Treccani, è il '''sogno dei 9 anni''':
{{quote2|A nove anni feci un sogno: mi pareva di essere in un grande cortile con tanti ragazzi che si pestavano allegramente. Siccome a ogni pugno o calcio sentivo uno di quei buffi effetti sonori che si sentono a Mai dire gol o Paperissima, capii che stavo sognando e mi buttai nella mischia. Ma ecco che intervenì il solito adulto guastafeste a separarci:<br />-''Giovanni, non con le percosse, ma con la pertosse!''<br />-Cosa??<br />-''No, dicevo: piantala di menar le mani, non è il modo per farteli amici!''<br />-Ma chi li tocca quei pezzen...?<br />-''Ti darò una maestra, lei ti guiderà!''<br />-Chi sei tu per darmi ordini?<br />-''Il mio nome chiedilo a mia madre.''<br />-E chi è tua madre?<br />-''Il suo nome chiedilo a mio nonno.''<br />-Grrr! E chi cacchio è tuo nonno?!<br />-''Il padre di mio padre.''<br />-Sai, credo d'essermi fatto un'idea di chi sia tua madre.<br />In quel momento tutti i ragazzini si trasformarono prima in belve feroci, poi in Agnelli e infine in mansueti agnellini; il signore scomparve e al suo posto si materializzò una dama di bianco vestita. La riconobbi: era la maestra Gisella, quella di latino, dura d'orecchi e con gli occhi che guardavano in due direzioni diverse. Ogni volta che poneva una domanda a qualcuno erano in due a rispondere.<br />-''Giovanni, cresci forte, umile e robusto e coltiva il mio campo.''<br />-E dagli con sti ordini!<br />-''Eh?''<br />-Non capisco cosa vogliate da me!<br />-''A suo tempo tutto comprenderai.''<br />-Sì, sì, vabbè, ma adesso cosa dovrei fare?<br />-''Eh?''<br />-Ma porca M...<br />In quel momento un rumore mi svegliò. Mi pareva d'aver la faccia gonfia per le botte subìte. Mi rivelarono in seguito che mia madre tentò di farmi uscire dal coma a sberle, ma non ci riuscì e, frustrata, mi mandò pure a cagare. Scoprii anche che era il 1933, ero maggiorenne, una barbaccia incolta e ispida mi scaldava il mento e dopo tanto tempo ero finalmente uscito dal coma. Ecco perché si chiama '''sogno dei 9 anni'''. Per ultimo, ma non meno importante, venni a sapere che, convinto di farmi un dispetto, il giorno del mio diciottesimo compleanno Antonio mi aveva iscritto al seminario. Non gliene volli, anche perché morì atrocemente una settimana dopo. Qualcuno aveva ascoltato le mie preghiere. Fu così che accettai con gioia la via del sacerdozio.}}
 
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