Gioachino Rossini: differenze tra le versioni

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{{Cit|I will tell, you will tell, he will tell...|Gioachino Rossini studiando inglese}}
[[File:Il senso della vita signor Creosoto 2.jpg|right|thumb|150px|Intenso ritratto di Gioacchino Rossini.]]
 
[[File:Il senso della vita signor Creosoto 2.jpg|right|thumb|150px|Intenso ritratto di GioacchinoGioachino Rossini.]]
'''Gioacchino Rossini''' è uno dei massimi compositori italiani d'opera lirica, [[musica]] sinfonica, liscio e disco-music, direttore d'orchestra, violoncellista, virtuoso del triangolo e dello scacciapensieri catanese, cuoco e gourmet di fama mondiale.
 
'''GioacchinoGioachino Rossini''' è uno dei massimi compositori italiani d'opera lirica, [[musica]] sinfonica, liscio e disco-music, direttore d'orchestra, violoncellista, virtuoso del triangolo e dello scacciapensieri catanese, cuoco e gourmet di fama mondiale.
 
== I primi anni ==
 
GioacchinoGioachino Rossini nasce nelle ridente città marchigiana di [[Pesaro]] nel 1792. I misteri che circondano la sua vita di illustre compositore cominciano al momento dell'iscrizione all'[[anagrafe]], viene infatti iscritto come Gioachino, poi corretto in GioacchinoGioachino, ricorretto in Giovachino, barrato e riscritto come Piergioachino Maria Rossini, ma nel registro parrocchiale risulta battezzato col nome di Pamela.
 
Rossini fu un [[figlio]] d'arte, entrambi i genitori erano stimati professionisti della scena musicale italiana, il padre Tony Corallo Rossini dirigeva un'orchestrina di liscio ed era molto conosciuto nella costiera Romagnola e divenne famoso ai più per ''"Sinfony from Cesenatico"'' e ''"Lauretta mia"'' di cui in seguito il figlio comporrà una versione corale conosciuta come ''Stabat Laura''. La madre di GioacchinoGioachino, Anna Guidarini, era un'apprezzata mezzo-sotto-piùomeno-soprano considerata la migliore interprete di sempre di ''"Quel gran pezzo dell'Arialda tutta nuda tutta calda"'' melodramma in tre atti di Salvatore Cimarosa su libretto di Renzo Montagnani.
 
== L'incontro che cambia la vita ==
[[File:Borghezio gesto vittoria.jpg|right|thumb|250px|Il celebre impresario Domenico Barbaja.]]
E così seguendo i genitori nelle loro esibizioni Rossini passò la sua infanzia tra le città dell'Emilia-Romagna e delle Marche, soprattutto nel [[estate|periodo estivo]] quando l'opera dei suoi genitori era richiesta alle numerose sagre di paese, Gioachino quindi ebbe modo di affilare il suo palato ad ogni vivanda del suo tempo, dato che ogni [[anno]] in sequenza si tenevano le sagre della pannocchia bagnata, della pecora seviziata, dell'[[fungo|amanita phalloides]], del [[culo]] di gallina, oltre alla festa del lardo colante, la [[mostra]] internazionale del tartufo stantio, il festival delle croste di parmigiano, la giornata mondiale del culatello, la biennale del [[pollo]] alla diossina, il convegno internazionale amanti del [[gatto]] in salmì. Proprio in quest'ultima occasione, nell'edizione celeberrima del 1812 Rossini fece un incontro determinante per la sua [[vita]] e la sua carriera artistica, incontrò [[Beppe Bigazzi]], questi fu immediatamente colpito dal talento musicale del giovane Rossini, col quale tra l'altro condivideva anche la passione per il gatto. Bigazzi consigliò al giovane musicista di uscire dal tunnel delle sagre paesane e lo raccomandò presso un suo amico Domenico Barbaja.
 
== L'esordio ==
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Nel frattempo Gioachino, sempre intento a lavorare, si sentiva alle volte malinconico e cercava di sopire i bruciori della giovinezza (essendo un buon [[cattolico]]) attraverso avventure autoerotiche con il basso-tuba. Rossini andò avanti così finché non finì tutti i fiati dell'orchestra, a quel punto decise di trovarsi una [[donna]].
[[File:Rottenmeier.jpg|left|thumb|250px|La soprano Isabella Colbran amatissima prima moglie di Rossini.]]
Per sfregio al suo sfruttatore Barbaja, Rossini cominciò a corteggiare la di lui compagna Isabella Colbran, ella era soprano di grande fama ai tempi, considerata tra le cantanti più dotate, ma l'inesperienza del giovane GioacchinoGioachino lo portò ad ignorare il fatto che la Colbran fosse in realtà una maledetta arpia. Il Barbaja del resto, appena comprese che il giovane musicista le stava soffiando l'amante, fece salti di gioia e rese grazie al dio [[Po]]. Di qui in poi il Barbaja interpretò magistralmente la parte del “cornuto e contento” costringendo infine Rossini a sposare la Colbran in cambio della produzione delle sue opere.
 
Da quel momento cominciò una fase di intenso lavoro con debutti in teatri prestigiosi come il San Carlo di [[Napoli]] (vecchio night club dei Borboni, riconvertito da poco a teatro), il teatro Infimo di [[Palermo]], i teatri parrocchiali di Pozzuoli, Portici e del santuario della Madonna Infilzata di Nocera Inferiore.
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Da quel momento Rossini ebbe una svolta stilistica, non più solo la sensualità e l'erotismo che rischiavano di cadere in uno sterile sensismo, ma bensì [[sesso]] e violenza, il binomio tematico che avrebbe d'ora in poi caratterizzato l'opera di Rossini.
[[File:Ugo Tognazzi e Florence Giorgetti ne La Grande Abbuffata.jpg|right|thumb|250px|Posizione preferita di GioacchinoGioachino Rossini.]]
Dal lato familiare le cose non andavano bene, la Colbran in privato si dimostrò infatti amante insaziabile con piglio da dominatrice, scriverà a compendio di questo nei suoi diari Rossini – era una inguaribile porcella – ma eccezion fatta per le gioie del talamo la Colbran si dimostrò utile quanto un cobra attaccato ai [[coglioni|cojoni]]: impose a Rossini l'uso delle famigerate pattine in casa, pretese da buona prima donna che ogni capriccio le venisse soddisfatto, non paga si divertiva umiliando il marito in pubblico alludendo alla sua taccagneria quando andava bene o alla sua microfallia quando era incazzata. In ultimo la Colbran implacabile impose una crudele dieta al marito giunto al venerando peso di 90 kg, la minaccia dello sciopero della [[figa]] costrinse GioacchinoGioachino all'astinenza dai cibi grassi. In quel periodo Rossini tentò più volte di togliersi la vita.
 
Seppure nel terribile periodo del matrimonio con la Colbran gli anni 30 del '800 furono densi di successi, sopra a tutti il Barbiere di Siviglia. L'opera narra degli inizi di carriera di Figaro, famigerato killer seriale che terrorizzava la [[Spagna]] di fine '700 e che uccideva le sue vittime a colpi spazzola e pettine nel suo atelier di barbiere. Giuseppe Verdi ne musicherà infatti una seconda versione meno fortunata intitolata “100 colpi di spazzola” su libretto di [[Melissa P]].
 
== Il Barbiere di Siviglia ==
[[File:HitlerCharlie nelChaplin Barbiere di Sivigliabarbiere.jpg|right|thumb|300px|Il Barbiere di Siviglia nella famosa versione con Adolf Hitler ed Eva Braun]]
 
===Atto I===
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Il conte preoccupato dal rischioso appuntamento si lamenta con Figaro, l'intrigante barbiere gli consiglia di prendere proprio i suoi panni e presentarsi come il barbiere, chiamato per arricciare le ciocche della laida Rosina, mentre Figaro avrebbe vestito i panni del prete per essere presente e aiutare il conte tenendo occupato il dottor Bartolo.
 
Non sapeva il povero conte che il giorno dell'appuntamento era anche il giorno fissato per l'intervento di penectomia radicale di Figaro, presentandosi perciò in quelle spoglie viene immediatamente indirizzato da Bartolo che lo priva seduta stante del caro [[pene|membro]]. Il conte tenta di salvarsi rivelando la sua identità e implorando pietà, ma Bartolo attribuiva quei vaneggiamenti all'effetto dell'[[anestesia]]. Nel frattempo Figaro travestito da prete si presenta da Rosina a posto del conte e se la sbatte per l'intera giornata. Nel Finale il barbiere viene scoperto da Bartolo e dal conte, preda allora del solito raptus omicida fa strage di tutti, compresa la [[vacca da monta|vacca]] Rosina, a colpi di spazzola e pettine.
 
Il Barbiere di Siviglia fu osannato da pubblico e critica, rimane [[storia]] del teatro lirico il duetto tenore-basso tra il conte di Almaviva e Bartolo sul tavolo operatorio, corredato di effetti speciali. In verità ai tempi di Rossini non c'era modo di simulare l'operazione, pertanto si usavano due tenori a recita poiché uno moriva durante l'intervento. Degni di nota pure l'aria di Rosina ''“La figa sì, il culo no”'' da molti considerata un manifesto ante litteram del movimento femminista e la celeberrima aria di Figaro ''“Largo al fucktotum della città”''.
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Di qui fino alla morte Rossini fece la vita del porco.
 
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