Gianfranco Zola: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 30:
 
== La militanza nella Torres ==
 
[[File:Gianfranco_Zola.jpg|left|thumb|250px|Zola nel suo periodo di '''incomunicabilità''' sassarese.]]
 
Passano appena due anni, e Zola si trasferisce a [[Sassari]], acquistato dalla [[Torres]] per settanta pecore, duecento bottiglie di [[Vermentino]], due biglietti Tirrenia passaggio ponte sulla tratta [[Olbia]]-Civitavecchia, e l'introvabile figurina di [[Pierluigi Pizzaballa]]. Uno sproposito, per quei tempi. Ci fu chi gridò allo scandalo, chi si indignò perché un [[muciurro]] di [[Barbagia]] se ne andava dai [[truzzi|gabbilli]] del Capo di sopra. Ma ci fu anche, ed era la maggioranza, chi se ne fregò altamente, essendo Nuoro un luogo pieno di [[omertà|gente che si fa i cazzi suoi]]. A Sassari Zola si riprende pian piano dalle disavventure psichedeliche vissute a Nuoro, ma non riesce ad abituarsi alla parlata locale, ragion per cui decide di esprimersi in [[itagliano]], ma ciò non fa che complicare ulteriormente le cose: quando parla, Zola appare ai Sassaresi come un predicatore farneticante, che emette suoni incomprensibili, e nessuno riesce mai ad afferrare quanto da lui pronunciato. Viene a crearsi un muro invisibile di isolamento sociale: basta che Zola apra la bocca e tutti i Sassaresi presenti sul posto svaniscono nel nulla nello spazio di un [[petosecondo]]. Zola cerca di sfogare sul campo le frustrazioni generate dall'incomunicabilità, e ci riesce benissimo, dal momento che trascina la Torres ad una clamorosa promozione in serie C1. Ai Sassaresi però, non piacerà aver vinto grazie ad un personaggio che {{quote|parla la lingua del demonio, ha il corpo del cinghiale e il muso da cavallino della Giara di Gesturi!|}}. Infatti si vendicheranno facendo fallire la Torres nel giro di pochi anni.
473

contributi