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{{Cit2|Alea iacta est. Meo turno est. | Cesare mentre batte [[Gneo Pompeo]] a [[Dungeons & Dragons]]}}
{{Cit2|Piscia de core e piscia contento, ma l'immortacci, piscia dentro!| Cesare ad un [[servo]]}}
{{Cit2| Tu quoque, Brute, fili mi...gnotta!| Cesare, morente, al figlio [[
'''Gaio Giulio Cesare''', in [[latino]] ''Frocius Iulius Caesar'', ([[Roma]], Idi di [[Marzo]] 101 a.C. - Roma, Idi di [[Merda]] 44 a.C.) è stato un politico, militare, [[scrittore]], statista, [[statistica|statistico]], statico e stitico, pittore [[surrealismo|surrealista]] e un buon [[trequartista]] romano. Fu ''dictator'', il che vuol dire che era un pezzo grosso, più o meno quanto l'[[amministratore di condominio]]. Da molti considerato il primo imperatore di Roma, fu il primo e purtroppo ultimo [[politico]] della storia ad essere ucciso per essersi presentato a [[lavoro]]. È stato uno dei più grandi personaggi della storia antica, così tanto importante da meritarsi il nome di una strada dietro casa mia.
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Cesare proveniva da una [[nobile]] [[famiglia]] patrizia, la gens ''Iulia'', che secondo la leggenda annoverava tra i suoi avi il primo re di Roma, ovvero [[Romolo]], e il primo sacco di concime di Roma, [[Remo]]. Giulio aveva due [[sorella|sorelle]], Giulia maggiore e Giulia minore; una terza [[figlia]] fu cacciata perché non si sapeva come chiamarla. La famiglia di Cesare era mal vista, difatti lo [[zio]] [[Caio Mario]] aveva attirato su di sé l'[[odio]] dei nobili, dei poveri, degli [[schiavi]] e dei turisti. Preso in giro dai compagni di classe, che lo appellarono ''Giulio [[Cesso]]'', per vendicarsi delle vessazioni si ripromise di [[conquistare il mondo]].
Cesare crebbe in un [[periodo]] che vedeva contrapposte le fazioni degli ''optimates'', favorevoli all'[[aristocrazia]] e che sostenevano il bisogno di portare le [[
A 17 anni ripudiò la sua promessa [[moglie|sposa]], Cossuzia, perché aveva un [[nome]] di merda e sfigurava sugli inviti nuziali, per sposare Cornelia Zinna Maggiore, e il solo nome spiega il perché della scelta.
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== La guerra civile e la dittatura ==
Concluse le campagne, Cesare cercò nuovamente di rientrare a Roma, ma il senato si rese conto che sarebbe stato troppo [[pericolo
I senatori invece proibirono a Cesare di superare l'uscita del casello [[Rubikone|Rubicone Sud]]. Allora Cesare, in segno di sfida e di bastardaggine, superò con le sue truppe il [[fiume]], che segnava il confine del territorio romano. Nel farlo Cesare pronunciò la famosa [[frase]]: "Alea iacta est", che tradotto suona più meno:
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